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Natale in casa sm-Art People: edizione 2014





Smartiani, siamo giunti al momento più atteso dell’anno, quello del Natale.
Si tratta di una festa che ha attraversato i secoli sotto forma di diversi riti, rispettando usanze, simbologie e tradizioni. Si utilizzano simboli universali investiti di volta in volta di significati diversi.
Un aspetto, però, accomuna tutti: la luce, simbolo di rinascita e di rinvigorimento. Alla fine dell’anno ci si prepara al successivo con propositi, speranze, obiettivi e desideri.

Da veri smartiani anche quest’anno noi pensiamo al Natale in modalità culturale e per questo desideriamo regalarvi delle copertine che possano incuriosirvi e commuovervi creando uno spazio di conoscenza.

Abbiamo scelto di abbinare a citazioni sul Natale di grandi autori immagini che potessero recuperare le atmosfere di quei testi e infondere messaggi di gioia e di speranza, tra sacro e profano.
Alcune frasi vi faranno tornare bambini, altre vi sorprenderanno e altre ancora vi strapperanno un sorriso.


Le copertine saranno cinque e copriranno l’intero mese dei festeggiamenti. Vogliamo che sia un Natale speciale per tutti ed un momento in cui pianificare le avventure del nuovo anno.

Noi siamo proiettate al futuro!

Copertina numero 1
08 Dicembre. Ricorre la festa dedicata al dogma dell'Immacolata Concezione.
Tradizionalmente è la giornata dedicata agli addobbi e ai regali. Ci viene in mente l'incipit del libro "Piccole Donne", che è stato il primo libro di molti smartiani. 
"Natale non sarà Natale senza regali", esclama Jo all'inizio del romanzo. Siete concordi?

Atmosfera natalizia, regali e sentimenti in una tradizione che sembra sfumare nel tempo. 

Per questo abbiamo scelto come sfondo il dettaglio di una vetrata sfumata e colorata per indicare l'attesa e il calore di queste giornate. 




Copertina numero 2: 
15 dicembre. Siamo nella settimana che anticipa il Natale. Siamo tutti intenti nei preparativi e anche il paesaggio sembra rispondere al desiderio di serenità e, perché no, magia. 
Abbiamo pensato, quindi, a Claude Monet il grande pittore impressionista che con i suoi paesaggi ha espresso proprio il mutar delle stagioni e dei luoghi. 
Questo è un dipinto del 1860, intitolato Magpie che è il nome dell'uccello ritratto sulla scaletta, ossia una gazza.
La citazione è tratta da una poesia di Emanuela Fimiani, "Regalo di Natale", che esprime proprio i desideri e le speranze della festa di Natale alle porte.
E' un segno di attesa, di futuro. Si fanno progetti e si pensa ai propositi per il nuovo anno.




San Nicola di Bari ovvero Babbo Natale


Il 06 dicembre le chiese cattolica e ortodossa celebrano s.Nicola di Bari, il santo vescovo vissuto nel IV secolo d.C., morto nella città di Myra (attuale Turchia). In Italia è legato alla città di Bari che conserva, insieme a Venezia, le reliquie del santo, traslate a seguito della prima crociata (1087).

Noi sm-Art People poniamo l'attenzione su questa figura per due motivi molto singolari: le leggende legate alla sua esistenza e l'iconografia. Come sempre non vogliamo porre l'accento sulla veridicità storica, piuttosto focalizzarci sulle motivazioni del perpetuarsi di attributi iconografici che lo rendono riconoscibile. 
In entrambi i casi le tradizioni nascono da episodi tramandati da racconti succedutesi dopo la morte e legati presumibilmente ad episodi della sua vita. 

Le notizie riportano che Nicola nacque da una famiglia molto possidente ed avendo perso molto giovane i propri genitori a causa della peste, divenne erede di un patrimonio cospicuo.
La vocazione cristiana lo portò a diventare vescovo della città di Myra. Venne arrestato nel 305 d. C. da Diocleziano ma liberato da Costantino a seguito della legittimazione della religione cristiana con l'Editto di Milano (313 d.C.). 
Due ragioni decretano la nascita di un'iconografia del santo inconfondibile agli storici dell'arte. L'elezione a vescovo giustifica la presenza della mitra e dell pastorale nella sua raffigurazione. 
Le tre palle che porta nella sua mano derivano dall'episodio cosiddetto "delle tre fanciulle". Si narra, infatti, che s. Nicola, avendo saputo che un nobile uomo caduto in povertà aveva deciso di avviare le sue tre figlie alla prostituzione, prese una buona quantità di denaro e per te notti consecutive gettò un sacchetto nel cortile della loro casa come dote del matrimonio per le tre fanciulle.
Dante Alighieri nel Purgatorio, non mancò di ricordare quest'episodio come esempio di generosità: 

Questo parlava ancora della generosità di san Niccolò verso le fanciulle, 
perché potessero vivere onestamente la loro giovinezza.
(Purg, XX vv,31-32)


Spesso ai suoi piedi notiamo anche la presenza di tre bambini; ciò deriva dall'episodio del salvataggio di tre bambini dalla morte, avvenuta per mano di un macellaio. In realtà, si tratterebbe di un errore di traduzione. La parola innocens, infatti, stava anche ad indicare genericamente i bambini e, quindi, venne interpretata in questo modo, non in relazione alla colpevolezza o meno dei protagonisti dell'eventuale evento. 

s.Nicola


Questo gli diede la fama di essere generoso e caritatevole con i suoi fedeli. Ciò portò alla nascita di un'altra leggenda: pare, infatti, che s.Nicola sia indicato come protettore dei fanciulli perché era solito elargire doni e denaro ai bambini poveri che si presentavano presso la chiesa di cui era vescovo o addirittura calandoli dai camini delle case dei meno abbienti durante la notte. 

Da qui nasce la leggenda di s.Claus (abbreviazione, appunto, di San Nicolaus). Questa tradizione si è così radicata che tra la notte del 5 e 6 dicembre in diverse nazioni, soprattutto del Nord Europa, si usa donare regali ai bambini. 

s.Klaus 

Cosa vi sta venendo in mente?! Si, si tratta proprio di Babbo Natale. Il santo anziano, con la barba e l'abito rosso darà vita alla figura di Babbo Natale che è attualmente legata ad un filone, diciamo, più commerciale. 
Un testo fondamentale che lega la festa di s. Nicola indiscutibilmente a Babbo Natale è il testo "A visit from s.Nicolaus" pubblicato nel 1823 in America prima in forma anonima e poi attribuito a Clement Clarke Moore. 

Se Natale è davvero alle porte, con la festa di s. Nicola ne viviamo una vera e propria anticipazione. 
Storie che uniscono secoli e che trovano il filo conduttore in tradizioni apparentemente diverse ma generate dal denominatore comune dell'interpretazione dei signa e del mondo.  
Sm-Art people è anche questo: la curiosità di spiegare e dimostrare che con la cultura si deve e si può comprendere la ragione della nostra esistenza e l'evoluzione della storia che la governa senza confini religiosi e territoriali. 


Santa Barbara: storia di un'iconografia "smartiana"!

Oggi nella chiesa cristiana e nella chiesa ortodossa si festeggia s.Barbara (Nicomedia 273d.C.- 306 d.C)  martire dei primi secoli del cristianesimo. Sono pochissime le notizie storiche della sua vita e non entreremo nel merito perché noi sm-Art people riportiamo le fonti, le tradizioni e i simboli che hanno poi consentito la nascita dell'iconografia che ci permette di identificare i soggetti di numerosi dipinti. Non indaghiamo sull'attendibilità storica. 

Nata in Turchia, Barbara si trasferisce durante la sua vita a Scandriglia, provincia di Rieti. 
Le notizie relative alla sua vita le possiamo leggere nella Legenda Aurea,  un testo agiografico scritto da Jacopo da Varazze, che è considerato un punto di riferimento per l'interpretazione iconografica di opere a tema religioso. 
Secondo il racconto, la giovane Barbara fu rinchiusa in una torre per volere del padre, che voleva salvaguardarla dai pretendenti. La ragazza, durante la costruzione della torre ebbe un'illuminazione: fece modificare il progetto, aggiungendo una terza finestra, simbolo della Trinità. 
A questo punto il padre, intuita la conversione della giovane, la denuncia al magistrato romano che ordina la decapitazione per lei dopo due giorni di tortura. Barbara, intanto, era riuscita a scappare, ma venne ritrovata nel bosco e condotta a Roma. Viene torturata per due giorni e, sempre secondo la leggenda, durante la flagellazione con le verghe, quest'ultime si trasformarono in piume di pavone. Non bastarono il fuoco, le verghe e l'asportazione delle mammelle.
Toccherà al padre Dioscoro di procedere con l'atto finale, ossia la decapitazione.
Dopo aver decapitato la figlia, Dioscoro venne colpito da un fulmine e morì anch'egli. Per questo la santa è custode delle morti improvvise.

F.Goya, s.Barbara



Come si è sviluppata la sua iconografia?
L'elemento più ricorrente è sicuramente la torre, che molto spesso porta in una mano, ma altre volte è collocata alle sue spalle, con tre finestre a simboleggiare la Trinità, Non mancano però testimonianze di opere in cui compaiono gli strumenti delle tortura, ossia le ali, il pavone e il fuoco. Delle volte compare anche il fulmine,
Santa Barbara è, infatti, invocata durante i temporali ed è protettrice, tra gli altri, di tutti i mestieri che hanno a che fare col fuoco. 
Un dipinto che al meglio rappresenta s.Barbara è quello di Francisco Goya, è ricca di simboli e rimandi al martirio compreso il fuoco che diventa piuma di pavone. 

Arrivederci alla prossima iconografia. 



Riflessioni smartiane: la finale di Impresa Creativa

Passata la notte in riflessioni, vi raccontiamo della finale di Impresa Creativa.
L'evento si è svolto presso l'ex macello di Cesena. Il team sm-Art People, organizzato e pronto alla finale, ha allestito, come previsto,  il suo banchetto di cui vi mostriamo le foto!

Banchetto sm-Art People 

Un arredamento creativo e home made per la ricerca di nuovi smartiani e una postazione dominata dal nostro colore sociale, il bistrattato colore arancio, scelto come simbolo di vitalità e richiamo al passato nell'immaginario collettivo!

Il team sm-Art People ha partecipato al concorso presentando Tùkè, il cultural social network, un canale dedicato alla cultura per abbattere il gap comunicativo che lo attanaglia rispetto all'evoluzione 2.0 della maggior parte dei settori economici di ogni paese!

Giungiamo ai progetti premiati seguendo l'ordine alfabetico: Ciclofficina 2.0, Cue Press e RiUp! 
Al team di Ciclofficina 2.0 rivolgiamo i migliori auguri perché lo consideriamo un team in gamba e un progetto che può davvero andare avanti. Visto l'ambito in cui lavorano: hanno voluto la bici e adesso pedalano! :) Buona pedalata ragazzi! 
Il criterio principe della selezione, svelato solo ieri, è stato la fattibilità economica. In merito a ciò avanziamo le nostre perplessità.

Cue Press è un'azienda di editoria digitale e cartacea on demand presente sul mercato da due anni. Ha elaborato progetti, pubblica periodicamente riviste e ha numerose collaborazioni. Dov'è la start up?
Rispetto a chi non ha un'history, come viene valutata la fattibilità di chi, essendo già azienda,  ha un piano economico, un bilancio e che da Impresa Creativa poteva solo valutare l'espansione a nuovi mercati?

Ri Up è una start up costituita come tale dal 2013. Quello che ci desta perplessità è l'history dell'azienda. Nati come RI.KEA (nome che hanno dovuto modificare date le pressioni di una notissima azienda che produce mobili che "vagamente" la ricorda), hanno vinto il premio Spinner che assegnava loro un contributo fino a 30.000 €. Se la loro fattibilità economica e realizzazione di impresa non è riuscita a concretizzarsi con quest'importo, su quale principio dovrebbe realizzarsi con 5.000€? Perché non dare una possibilità ad un altro gruppo che poteva inaugurare una nuova attività con quella cifra?
Quali sono i criteri per cui qualcosa si considera sostenibile? La commissione ha considerato i percorsi precedenti?

La sostanza è: se in un concorso, il cui fine è quello di favorire la nascita di NUOVE imprese e/o realtà territoriali, si presentano soggetti che sono in fase operativa avanzata, non c'è un difetto di fondo? 

Il post è il frutto di una riflessione in merito a diversi programmi per l'avviamento di impresa che sembrano far piovere sul bagnato. L'erogazione dei premi e dei finanziamenti viene spesso effettuata a favore di progetti che hanno già una realtà forte e che non presentano "nuovi orizzonti". Si vuole davvero scommettere su qualcosa di nuovo oppure si va a rafforzare ciò che già c'è, in una modalità che riflette lo stallo del sistema Italia?
Il bando di Impresa Creativa a cui noi abbiamo partecipato aveva come obiettivo un monte ore di formazione per la stesura di un business plan da parte di gruppi che volevano costituirsi come start up.Ci dispiace vedere premiate start up e realtà imprenditoriali con percorsi già attivati, che non hanno bisogno di un contributo per avviarsi, senza scommettere su dei gruppi che con quei 5.000€ avrebbero davvero creato qualcosa di nuovo e non necessariamente qualcosa di smartiano.  

Detto questo, sm-Art People stamattina riprende il suo cammino: nuove tappe, nuovi orizzonti, nuovi obiettivi e collaborazioni. Il futuro è nelle nostre mani (e nella nostra testa!). 



Compleanno smartiano: Charles M. Schulz

Se tornassimo indietro nel tempo di circa trenta anni, tutti saprebbero chi è Charles M. Schulz.
Quanti di voi conoscono il nome di questo famoso fumettista?
Furono le sue mani e la sua creatività a far nascere Linus, Charlie Brown, Snoopy... i famosi Peanuts!
Schulz ha disegnato, inchiostrato e calligrafato ben 17.897 strisce.
La prima striscia fu pubblicata il 2 ottobre del 1950.
In pochi anni i Peanuts divennero i fumetti più famosi di tutti i tempi, e ancora oggi, chi non riconosce questi simpatici personaggi?

Nel 1999 Schulz smise di disegnare le strisce dei Peanuts poiché non era più in grado di portare avanti la serie.

L'ultima striscia fu pubblicata il 13 febbraio del 2000, il giorno dopo la scomparsa dell'autore e scrive la sua lettera di addio attraverso Snoopy e la sua macchina da scrivere:

« Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. È stata la realizzazione di tutte le ambizioni della mia infanzia.
Sfortunatamente non sono più in grado di mantenere il ritmo di programmazione di una strip quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano continuati da un altro perciò annuncio il mio ritiro.
In tutti questi anni sono stato riconoscente per la correttezza dei nostri editori e il meraviglioso sostegno e affetto espressomi dai fan del fumetto.
Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... Non potrò mai dimenticarli... »





Umberto Eco ricorda il fumettista con queste parole:

« Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta »

E noi vogliamo omaggiarlo con un post smartiano!
Buon compleanno timido fumettista!


Cinema holliwoodiano alla turca: l'idea smartiana del Museo Civico di Bagnacavallo (RA)



Questo post doveva essere il resoconto di un finissage al Museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (RA), dedicato alla mostra Cult Hollywood movies, as Ottoman miniatures, dell'artista Murat Palta. 
Da smartiana, però, divorando il catalogo in un paio di ore , ho pensato che l'artista e la mostra meritavano una riflessione più accurata. 
Murat Palta è un giovane talento turco, classe 1990, laureato in Grafica e Design alla Dulmlupinar University. Appassionato di cinema americano e profondo conoscitore della miniatura ottomana del 1500, ha creato un'arte che concilia l'Oriente ed Occidente attraversando tempo e spazio.
Ed io lo incontro proprio nel territorio che da secoli ospita l'Oriente della capitale bizantina e l'Occidente della capitale romana: la provincia di Ravenna. 
Il tessuto che si intreccia nei lavori di Palta va indagato da diversi punti di vista: quello storico, quello tecnico e quello creativo. 

Nel primo caso si tratta di una sorta di "manierismo della miniatura", ossia una rivisitazione alla maniera miniaturistica delle scene 
cult di film contemporanei. Palta realizza le scene come se fossero accadute nel 1500, in contesti che diventato atemporali. 
La storia dei sultani orientali (vedi il Marlon Brando de Il Padrino che diventa il sultano Mustafa III) e le imprese tratte dal Libro dei Re (Isfandar diventa Terinator II con tanto di spavaldi occhiali da sole) si trasformano in locandine alternative dei film che hanno segnato la nostra storia o addirittura in una sorta di trailer bidimensionali (notate il sovrapporsi di scene-simbolo in Shining). 

M.Palta, Il Padrino
Mustafa III




M.Palta, Terminator II
     
  

M.Palta, Shining













Dal punto di vista tecnico, l'artista realizza le sue opere riguardando alla tecnica e alla simbologia dei manoscritti a cui fa riferimento (Libro dei Re,  Libro delle imprese di Salomone). Formidabile è la riproposizione di Uma Thurman in Kill Bill come la danzatrice del Libro di Levni o l'apparizione dello Yoda di Guerre Stellari in piccole nuvolette proprio come i profeti dello Hubename. 
Ciò che poi contraddistingue l'abilità tecnica è la perizia nel disegno delle trame dei tessuti e degli apparati decorativi, tipicamente orientali con motivi floreali, vegetali e il predominio degli elementi architettonici. Tutto a confermare l' horror vacui che era tipico dei miniaturisti orientali del XVI secolo. 
Levni, Danzatrice XVIIsec
M. Palta, Guerre Stellari



M.Palta, Kill Bill









In ultimo va sottolineata la creatività e l'estro del giovane autore che riesce a conciliare mondi così diversi in una dimensione che a noi ci sembra naturale. Non è poi da escludere l'elemento comico, quasi caricaturale che rende la rielaborazione un momento divertente e di relax. Il cinema, del resto, è un'arte di intrattenimento e, grazie alle opere di Palta, anche le miniature diventano veicolo di comunicazione leggera e ci appaiono più vicine, nel tempo e nello spazio. I luoghi dei set diventano le regge dei sultani o i paesaggi della Turchia. 
Ciò che appare come un divertissment  è, in realtà, frutto di un'elaborazione mentale ed artistica molto profonda che, utilizzando anche i moderni sistemi della rete (i suoi "film bidimensionali" sono diventati un fenomeno virale), fonde linguaggi e recupera tradizioni che pongono l'artista tra due mondi. 
In questo modo l'arte diventa universale e comunica in modo limpido e chiaro le nuove frontiere storiche e morali. I personaggi che nel 1500 ottomano erano simboli e miti dei contemporanei, diventano tramite per l'esaltazione dei miti moderni e attuali che sicuramente nel cinema trovano il più diretto rappresentante della realtà. 
Credo che questa piccola mostra in un paese di provincia rappresenti una vittoria per chi, come noi sm-Art People, è alla ricerca della Cultura che non ha bisogno nè di grandi nomi nè di grandi investimenti. Si tratta della cultura di chi lavora con passione per tramandare la conoscenza.  
Il valore è nella capacità di cercare il dialogo col territorio, e il Museo Civico delle Cappuccine lo fa esaltando l'oro dei mosaici di Ravenna attraverso l'oro delle vesti dei sultani/attori. 
La bravura è nell'incuriosire il visitatore affinchè possa scoprire nuovi mondi e soprattutto capire che la Cultura è frutto di ciò che siamo stati e dell'immaginario che ci circonda e che può confrontarsi con qualunque tradizione perché non ha bisogno di scandire il tempo e rappresentare lo spazio nei soli linguaggi e costumi contemporanei. L'arte guarda a sè stessa e si rinnova nel passato, riflettendo, reinterpretando e rivalutando. 

Il comune denominatore di tutto ciò che è la trasmissione delle culture sono le persone. E in Diego Galizzi, curatore del Museo Civico di Bagnacavallo, siamo convinte di aver trovato un vero sm-Art People. Complimenti. 

Impresa Creativa: in attesa della finale!


Smartiani, il progetto Impresa Creativa, che ci ha impegnate in un percorso formativo per imprese creative nel territorio dell'Emilia Romagna, sta giungendo al termine. 

Lunedì 1 dicembre dalle 17:30, presso l'ex macello di Cesena, si terrà la giornata conclusiva con la premiazione dei tre progetti vincitori. 


Lo scopo del percorso è stato la redazione di un business plan a sostegno della fattibilità dell'idea. 
Seguite da un team di consulenti, abbiamo lavorato duro per riuscire a proporre la nostra idea smartiana, ossia Tùkè, il cultural social network. 


Non ci resta che attendere l'esito e sperare nel premio finale. 

Siamo liete, intanto, di condividere l'intervista rilasciata al team di Impresa Creativa. 

Siete tutti invitati a partecipare e a sostenerci! 


http://www.impresacreativa.net/missione-compiuta-tuke/





Compleanni smartiani: Tito Flavio Vespasiano



Tito Flavio Vespasiano, nato il 17 Novembre dell'anno 9, imperatore romano, ha fondato la dinastia Flavia.

Ecco come ce lo racconta Svetonio nella "Vita dei Cesari".

"Anche sul letto di morte l’imperatore Vespasiano non perse il suo spirito ironico. Poco prima di morire, riferendosi alla consuetudine di divinizzare gli imperatori dopo la morte, rivolto ai familiari ed amici che lo assistevano, esclamò:
- Vae, puto deus fio! (Povero me! Credo che fra poco diventerò un dio! "

E voi smartiani,che aneddoto ci raccontate?

Compleanni smartiani: Claude Monet

Donne in Giardino, 1866


Auguri Claude Monet : 
14 Novembre 1840. 

Il padre dell'impressionismo, colui che modificò le regole pittoriche e diede nuova impronta alla pittura di paesaggio, non smise mai di raccontare col pennello la natura e i suoi cambiamenti climatici. 

“Io devo forse ai fiori l'essere diventato pittore"

         C. Monet

Ricorrenze smartiane: la Giornata Mondiale della Gentilezza




Smartiani, oggi è la Giornata Mondiale della Gentilezza. 

Si tratta di un evento promosso da una piccola associazione, il "Movimento Mondiale della Gentilezza" nato a Tokio nel 1988. 

Qual'è stato il vostro gesto gentile? 








Noi vi facciamo un invito, estrapolano una citazione di Anne Herbert, pubblicata nel 1995: 
“Pratica atti a caso di gentilezza e insensati atti di bellezza” 

... bellezza smartiani, bellezza!

Compleanni smartiani: Auguste Rodin

Auguri Auguste Rodin!

Nato il 12 novembre 1840, fu scultore e pittore.

"L'artista deve creare una scintilla prima di poter accendere il fuoco e prima che l'arte nasca; l'artista deve essere pronto ad essere consumato dal fuoco della propria creazione"
A.Rodin

Un database diagnostico per la Pinacoteca di Siena: profezie smartiane

Pinacoteca di Siena da beniculturali.it


Corre in rete la notizia che sabato al Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze verrà presentato dalla società Art-Test Firenze un database diagnostico.. da diagnosta mi si illuminano gli occhi, sorrido: "finalmente anche il mio mondo diventa accessibile!".

Cento opere della Pinacoteca di Siena accessibili sotto forma di immagini e relative analisi! 
Pensate alle possibilità di confronto e ricerca aperte a tutti, a come una di quelle cartelle diagnostiche potrebbe aprire spiragli di ricerca e conoscenza mentre uno smartiano curioso naviga sul database della Soprintendenza per i beni storico artistici ed etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto...

Ma i sogni ad occhi aperti si infrangono spesso troppo presto. Basta una riga sottostante.
"Il database, che viene proposto ai collezionisti e operatori pubblici e privati [...]"
Mi chiedo se io, libera cittadina, non operatore privato (penso, qualunque cosa significhi) potrò richiedere libero accesso a questi dati perché il denaro speso per queste analisi è stato prelevato anche dalle mie tasse.
Potrò giustificare la mia richiesta di accesso ai dati con una risposta sincera?  
"Vorrei leggere i dati per curiosità, perché voglio saperne di più", o sarò costretta a giustificare tutto questo con uno studio specialistico?
E ancora la domanda sul perché i dati sui Beni Culturali debbano essere così difficilmente accessibili. Perché non si parla di un database libero? L'user si registra e basta, facciamola finita così.

Porto avanti, tra mille difficoltà, un dottorato di ricerca. Solo i dottorandi, e chi ci vive a stretto contatto, sanno quali difficoltà e resistenze si incontrino nel recuperare i dati e le analisi relative ai beni che si intende studiare, figuriamoci a quelli con cui si spera di poter trovare un'analogia mentre si brancola nella ricerca di un confronto interessante e giustificato.
Perché riservatezze sul bene comune?

Perché giungere alla fine di un percorso di ricerca con lo sfinimento e la disillusione che sarebbe stato interessante aprire una possibilità di paragone in più, ma non vi era possibilità di consultare i dati se non perdendo mesi di vita?

Sarà questo uno sfogo prematuro e insensato? 
La presentazione del database avverrà il 15 novembre.

Che la profezia si sbagli.
Parla la disillusione, perdonate.

Pinacoteca di Siena da Siena Virtuale


Compleanni smartiani: Fyodor Dostoyevsky



Si dimise dalla carriera militare, venne salvato dalla morte capitale sul patibolo e fu condannato come cospiratore in sette segrete. 
Di chi stiamo parlando? 

Si tratta di
 Fyodor Dostoyevsky , uno dei pensatori più importanti del XIX secolo e della storia della letteratura. 
Nasce a Mosca l'11 novembre del 1821.
Lo citiamo provocandovi. Nel romanzo "L'diota" compare la famosa citazione che "la bellezza salverà il mondo", reinterpretata e de contestualizzata per diversi spot, compreso in ambito culturale.


A leggerla nel contesto, cosa ne pensate?

"È vero, principe, che lei una volta ha detto che la 'bellezza' salverà il mondo?

 State a sentire, signori," esclamò con voce stentorea, rivolgendosi a tutti, "il principe sostiene che il mondo sarà salvato dalla bellezza! E io sostengo che questi pensieri gioiosi gli vengono in testa perché è innamorato. Signori, il principe è innamorato [...] Ma quale bellezza salverà il mondo?...".

Compleanni smartiani: Ennio Morricone



10 Novembre 1928: nasce Ennio Morricone 


"Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del paradiso quando eri picciriddu."
Così Alfredo diceva a Salvatore nel film "Nuovo Cinema Paradiso", di cui il grande compositore ha composto la colonna sonora.
E noi ci sentiamo dei piccoli Salvatore, curiosi, appassionati e in giro per il mondo a cercare il proprio pianeta. 

Auguriamo a tutti di poter amare quello che fate come noi sm-art people amiamo la cultura e di rendere questa passione unica come Morricone ha reso universale la sua musica. 
E voi quale brano amate di Ennio Morricone ?

Buon ascolto!

Promemoria smartiani: la caduta del Muro di Berlino

09 -11 - 1989: Caduta del Muro di Berlino 

Senza retorica, senza implicazioni socio-politiche, le sm-Art People si schierano per la libertà, come stabilisce la nostra costituzione che dal 2005 ha eletto questo giorno come "Giorno della libertà".

Che possiate tutti abbattere i vostri muri perché non c'è cosa più bella che la libertà, come quella che ebbero artisti come Keith Haring per dare colore e vita al simbolo della libertà negata.





Compleanni smartiani: Albert Camus



Omaggiamo il Premio Nobel Albert Camus nato il 7 novembre 1913. 

Filosofo, scrittore e drammaturgo di spiccata intelligenza, nella sua ricerca indagò i sentimenti dell'uomo nelle sue molteplicità interrogandosi sulla natura dei dissidi, dei rancori e delle guerre. 

"Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro."da Il mito di Sisifo

Rilfessioni smartiane: Matera: cuore, valore, futuro


Venezia, 2008. Salone dei Beni Culturali. Mi avvicina una ragazza, avrà avuto 20 anni (allora io ne avevo poco più!) e mi dice: "Vuoi fare un viaggio?!"
Io rimasi sorpresa dalla richiesta, ma spinta dalla mia curiosità smartiana, mi feci trascinare nel gioco!
Mi bendarono e mi accompagnarono in un percorso sensoriale:


Logo candidatura


-tatto: mi fecero accomodare su una balla di fieno
-olfatto: sentivo l'odore dell'erba, l'inconfondibile profumo della terra, del pane appena sfornato, dei fiori dei campi. Odori che mi riportavano a casa, alla mia terra, al mio inconfondibile sud.
- udito: sentivo lo scorrere di ruscelli, i passi che calpestavano le pietre e poi la musica popolare. Organetti, zampogne e flauti scandivano il ritmo delle campagne e della vita
- gusto: all'improvviso mi venne offerto del miele, un pezzo di formaggio e un sorso di vino
-vista: mi tolsero la benda e dal buio di una stanza vedevo su uno schermo scorrere le foto di Matera: i campi, il pane, i ruscelli, le pietre bianche scolpite dai secoli, i pastori, il cibo e i vigneti, i musicisti, le ballerine e un messaggio finale:

"Benvenuta a Matera"

Veduta Matera
In quel momento credo di essermi innamorata. Ero rimasta folgorata dalla semplicità e dall'amore che percepivo per questa terra.
Estasiata dal percorso, rinnovai i complimenti e mi iscrissi alla mailing list. Dopo anni mi scrissero per comunicarmi la decisione di candidarsi a Capitale della cultura, dicendo che avevano bisogno anche di me.
Di me? E perché? Stavano creando una comunità web a cui tutti potevano partecipare, senza vincoli e senza impegni, condividendo spontaneamente pensieri, parole e consigli.
Ancora una volta folgorata: attenzione, semplicità e amore erano ancora il leit motiv di questi miei amici del sud.

17 ottobre 2014. Arriva la notizia: Matera capitale della Cultura. Ho provato una gioia immensa.
Innamorata per la terza volta, e pensare che la città non l'ho mai vista, se non di passaggio quando ero piccola!Il paradosso è che, vivendo a Ravenna proprio dal 2008, ne ho vissuto interamente la candidatura. Perché, però, non sono rimasta folgorata?
Perché non ho sentito il trasporto, sebbene io sia affezionata a questa città che ho scelto per viverci? Ho partecipato ad eventi, condiviso pareri e conosciuto in diverse occasioni i protagonisti del progetto. 
Eppure non ho sentito il trasporto. Non ho sentito il cuore. E quello, ahimè, non mente.




Non entro nel merito dei giudizi, nè nei dettagli della validità dei progetti o delle caratteristiche tecniche della candidatura. Seguo il cuore e sento di dover dire che Matera ha vinto davvero con la cultura perché ha trovato nelle sue radici e nella sua semplicità la ricchezza più grande. Si è mostrata per ciò che è senza indugiare oltre. Essendo Europa nel modo in cui l'Europa è nata: vissuta e tradizionalista nella sua innovazione. Non ha decantato un passato glorioso, nè si è nascosta dietro personaggi illustri. 
Ha guardato avanti e si è vista nel 2019 partendo dalla terra, la sola e invincibile forza della Terra. Cosa c'è di più raro e prezioso? La cultura si fa con lungimiranza, proiettandosi in un futuro che si può solo immaginare, ma immaginandolo si concretizza. Matera allora è la cultura del futuro e in un periodo in cui è proprio il futuro quello che spaventa, credo sia la miglior risposta. 
Vincere è stato il suggello di un processo già in atto da diversi anni attraverso luoghi, immagini, storie e personaggi che l'hanno dipinta, ripresa, raccontata senza veli e senza nasconderne le ferite e le difficoltà. 

Vi ringrazio per quel viaggio che mi avete regalato. Adesso non ho proprio più scuse: devo venire a visitarti presto Matera!E ora smartiani chiudete gli occhi e viaggiate:




Onore a tutte le candidate sperando che i progetti presentati vengano comunque realizzati perché la cultura deve vincere sempre, senza la necessità di concorsi.
E io ci sarò. a Ravenna, come a Siena, come a Perugia, come a Cagliari e come a Lecce. E in tutte le città di questo meraviglioso paese. 

Web e social network: come stanno i musei in Italia?


Quali sono i musei più rilevanti sul Web?
Al momento ai primi posti della classifica di Museum Analytics (ne abbiamo parlato qui) si trovano il Museum of Modern Art di New York, l'Art People Gallery di San Francisco e il Museo del Louvre.
Per arrivare al primo museo italiano in classifica dobbiamo scorrere la classifica di Museum Analytics oltre il 100° posto.
Perché, nonostante il nostro paese sia una delle destinazioni culturali più ambite al mondo, il nostro "ranking social" è così basso?
Perché sul Web la bellezza non basta, mi verrebbe da dire. 

Cosa ci manca?

Ancora sono poche le istituzioni che si sono dotate di social media manager dedicati, e di conseguenza di piani di comunicazione appositamente sviluppati. Il personale del museo potrebbe mancare di competenze interne o di tempo da dedicare a questo tipo di contatto col pubblico che necessita sempre più del Web per essere accompagnato alla porta del museo.

Come sopperire?
Le due strade percorribili sono l'acquisizione di competenze interne, o l'affidamento di incarico a nuove figure professionali: siete pronti alla rivoluzione, musei?

Museum Analytics è così autorevole?
Non mi sento di sminuirlo, ma vorrei ricordare che Museum Analytics riporta numeri, dati grezzi non elaborati. Quale sia il reale engagement ed il ritorno in loco dei visitatori non si valuta dal numero di post e tweet pubblicati, per quanto sia indice di attenzione verso il "fruiuser", il fruitore evoluto in user.


Da dove nasce questo post?
Dal lasciarmi incuriosire da articoli online che sembrano trattare di comunicazione culturale, dell'orientamento social dei musei esteri, per poi aprirli e trovarmi delusa nel leggere testi inutili, di pura polemica, con analisi approssimative e riprese dall'articolo che faceva seguito all'altro articolo, che si è ispirato all'altro articolo: valutare l'andamento dei musei italiani online dal numero di pubblicazioni è riduttivo.

"Perché in Italia i musei non sono così social?"
Gran titoli, ma alla fine dei conti, nessuno ne parla. 
Nessuno ne parla perché si rischia di generalizzare. 
Nessuno ne parla perché in Italia siamo lenti a cambiare.
Nessuno ne parla perché dovremmo fare i conti con l'età media dei dipendenti ministeriali (non ditemi che tutti i 60enni sono abili comunicatori e recettivi al Web).
Nessuno ne parla perché in Italia siamo bravi a sentenziare.

E per non strascrivere su quanto trovi questi scritti mi sembrano inutili e poco stimolanti, ho deciso di mettermi in gioco.

Ronzii smartiani: quel video che non mi tolgo dalla testa



Ho condiviso questo video sul mio profilo Facebook, ma ancora non me lo tolgo dalla testa.



Gira ancora nei miei pensieri perché è bello, perché è attento, perché mostra un museo come un luogo vivo, con le persone e per le persone, perché attraverso lo schermo si percepisce il desiderio di arrivare a chi si lascerà attrarre, per una guida leggera lungo le sale del museo.
E passa quella bella sensazione che  ti vogliano regalare qualcosa: un’esperienza indimenticabile e accattivante come il video che scorre sotto i tuoi occhi.
Si parla del Rijksmuseum. Ebbene, io così vorrei vedere valorizzato il patrimonio italiano.
Le parole si sprecherebbero sulle bellezze che siamo in grado di immortalare, eppure i video sul nostro patrimonio sono noiosi. Mi trasmettono staticità, una bellezza immobile e inamovibile, pesante, che scoraggerebbe molti degli smartiani che visitano i nostri musei! Sulle note della musica classica, compare in sovraimpressione il pensiero che forse sia meglio farsi una passeggiata e via…
Come portare invece i coraggiosi smartiani all’arrembaggio di nuovi bei lidi?
Gli ingredienti sono presto detti: attenzione al visitatore, desiderio di comunicargli qualcosa, dono di un po’ di tempo per la realizzazione di tutto ciò che possa lasciare un segno alla visita.
Si tratta del mix vincente per una comunicazione culturale efficace!


E voi smartiani, cercate una curiosità, un aneddoto, un dettaglio, la sensazione di varcare la soglia del museo con il desiderio di voler custodire un frammento di bellezza nella galleria dei ricordi.



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