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Archive for marzo 2013
Arte sotto la luna
Arte è tutto ciò che smuove la nostra anima e ci fa sentire un'emozione, un battito, un brivido, attrazione.. tutto ciò che per un attimo ci sospende dalla vita "quaggiù sulla terra".
Come dare una definizione all'arte, di qualunque ambito essa sia?
La definizione di un bene culturale è spesso così asettica da farci dimenticare l'emozione e l'ammirazione che esso può provocare.
E sotto arte e artisti oggi scrivo ripensando all'incontro con la compagnia dell'Odin Teatret, a Ravenna con lo spettacolo "Le grandi città sotto la luna". Uno spettacolo musicale, avvolgente, che ci accompagna in ricordi di esilio, stragi e soprusi del XX secolo, noi che iniziamo a sentircene estranei, noi beffati dal sole e dalla luna che ignorano malinconia e consolazione. Ma in questo spettacolo non ci sentiamo schiaffeggiati dall'aspetto più crudo delle realtà portate in scena: siamo solo cullati dalla musica, accompagnati dagli attori in un viaggio per immagini non volgari ed equilibrate. E anche quando trovate un senso, lasciatevi guidare e seguite gli attori sotto la luna.
L'Odin Teatret l'anno prossimo compirà 50 anni di attività, "una leggenda di cui ognuno può fare quello che vuole, appropriarsene, trasformarla" dice Eugenio Barba, un teatro che si è fatto guidare dalla poesia, che "non da buone risposte, ma pone buone domande".
"La conoscenza di un qualcosa, lo corrode per impregnarlo di sé, di paure, di emozioni, di fatica" dice anche il regista nel raccontare il come nasce un percorso di ricerca e crescita.
E nonostante i nostri mondi siano così lontani, nonostante le mie domande e le mie ricerche si riferiscano a un mondo "tecnologico" in continua evoluzione e virtualizzazione della realtà, quasi un allontanarsi dalla ricerca interiore... io sto costruendo un futuro, e vorrei farlo come se srotolassi una poesia. Voglio portare sulla "scena" le mie idee, i miei valori, la mia fatica e la mia inventiva in un progetto chiamato Tùkè, in una continua lotta perché la Cultura venga salvaguardata e valorizzata.
"[...] fate attenzione, c'è una luce nascosta nei poeti.
Cercate di percepirla per nutrire quel grano di follia
che ognuno porta dentro di sé,
e senza il quale è imprudente vivere"
(Garcìa Lorca)
Author : Unknown
WeStarter: 48 ore dopo
"WeStarterIncubatore per un giorno" è stato il primo evento italiano promosso da Aster ed EmiliaRomagnaStartup per sperimentare Barcamp, Coworking , Coaching e Contamination Lab tra startupper, imprenditori, esperti del business digitale, studenti, ricercatori, makers, creatori di fab.lab.
Parole d'ordine: idee, progetti di impresa, modelli di lavoro, strategie e... suggerimenti!
Le sm-Art People non potevano mancare...
Siamo riuscite ad avere delle sessioni di coaching, e siamo tornate in un clima brioso e stimolante che ti ricorda che il tuo progetto e la tua aspirazione di diventare uno startupper deve essere alimentata da eventi stimolanti e creativi, supportata da tanto coraggio e volontà, desiderio di crescere, pazienza se i passi mossi sembrano piccoli a fronte di tanto sforzo... ma mai arrendersi diceva anche Walt Disney a fronte dei tanti "No"!
Ripensando a qualche intervento al Barcamp mi torna in mente una citazione di Sean Parker attaccata sul muro: "La tua più grande sfida come imprenditore non è nascondere la tua idea agli altri o mantenerla un segreto. E' convincere la gente che non sei pazzo".
"In Italia dovremmo vivere di Cultura" dico io e di fronte a me si accendono tanti sorrisi... E il team sm-Art People vive un pò così, a convincere le persone che non è follia conciliare Cultura e tecnologia, studi tecnico-umanistici e strategie di impresa.
Poi vengono presentati come relatori al Barcamp due personaggi: un ragazzetto di 17 anni e il figlio di Panini, proprio quello delle figurine!
Il primo presenta un'app contro il due di picche (per saperne di più): "ci provo o non ci provo?" diventa un touch sul proprio smartphone e la simpatia dell'oratore era tanta che il pubblico ne rimane affascinato. Personalmente disapprovo fortemente la tecnologia usata per nasconderci nella vita quotidiana, ma il ragazzetto ha un padre che lavora nei sistemi informativi e un'app sul mercato.
Matteo Panini invece presenta nientemeno che una dock station per Iphone e Ipad: da un collettore a un prodotto di design tutto italiano. E qui non commenterò oltre: sì, rosico. Ma nonostante questi due esempi possano scoraggiare perché ti sembra che per arrivare a dei risultati delle volte devi già essere sulla tua buona strada, ci sono la vita e il percorso dello startupper puro, di quello che con grande fatica e convinzione ce l'ha fatta!
Luca de Biase, ospite dell'evento, ha sottolineato che l'Emilia Romagna è una regione in cui le idee, l'innovazione e le iniziative non mancano: tutti scappano dall'Italia, inventiamo qualcosa per rimanerci!
E chiuderei con qualche consiglio di Cecilia Pedroni, Digital Communication Consultant e direttore di Dr.O-One, e sopratutto ex-startupper!
"Non abbiate paura di sognare e di sembrare visionari, prima o poi vi capiranno, e non siate arroganti": per ora ci credono solo pazze e non visionarie, ma abbiamo tempo e non vogliamo essere arroganti.
"Superati i 30 minuti di discussione... mettetela ai voti!": bandierine alla mano!
"Celebrate la vittoria, ma anche la sconfitta se siete orgogliosi del lavoro fatto!":
onoriamo il lavoro svolto e non sminuiamolo!
onoriamo il lavoro svolto e non sminuiamolo!
Per concludere, oltre le strategie di impresa di ogni tipo e da amante della Cultura e del ricordo, l'istituzione di un diario di bordo e di un wall artistico potrebbero risollevare gli animi nei momenti di sconforto e aumentare l'unione in un coworking break!
Author : Unknown
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A tre anni dalla mia laurea
Il 15 marzo del 2010 ho conseguito la laurea specialistica (ero il vecchio ordinamento del nuovo, riflettendoci... ahahahah) in "Storia, conservazione e tutela delle opere d'arte", presso l'Università di Bologna. "Le Idi di marzo"- pensai quel giorno- e di nuovo stamattina (scrivo il 16, lo so, ma è notte e per me è ancora il 15) mi sono svegliata pensando a questo evento. Qualcuno lo chiama parricidio, qualcun altro lo definisce semplicemente omicidio. Fatto sta che si tratta di un episodio della storia cruento e quantomai sorprendente. La fine di una storia, la fine di un personaggio, il capolinea di una politica che, come dedurrete, non portò benefici apprezzati da tutti.
Cosa c'entrano le Idi di marzo con la mia laurea? Ci penso perché le idi di giugno corrispondono al giorno del mio compleanno e mi piace pensare a questo filo conduttore della storia con me che ne sarò un accidente. E poi voglio interpretare questo evento a posteriori con quanto post laurea mi è poi accaduto.
Rifletto sui tre anni trascorsi e mi vedo ancora come quella bambina (si, bambina) partita quel 21 settembre 2004 alla volta di Bologna con una valigia, un sogno e un libro, che parlava di sogni (Bambarèn, "Il Delfino"). Negli occhi una lacrima, nel cuore un ruggito sempre più forte che mi ha condotto alla fine della corsa in cinque anni senza esitazioni, senza crisi e con un bagaglio di conoscenze, esperienze, trasformazioni ed evoluzioni che hanno pian piano riempito un vuoto che avevo sin da quando ero nata in un paesino dimenticato da Dio.
Eppure in giornate come questa vorrei tornare indietro a quel giorno, a quel treno, a quel libro, a quel sogno... scendere da quella carrozza, lasciarla partire e restare lì nella mia casa, svegliarmi la mattina e guardare il castello di Riardo, sentire il cane che abbaia sotto il mio balcone, osservare mio padre dalla finestra e pensare a quanto sia fortunata ad averlo accanto e circondarmi della mia famiglia che è cosa che più conta nella mia vita... Qualcuno lo definirebbe un suicidio, altri un semplice omicidio della propria storia...ed eccole, le Idi.
Mia madre dice sempre che sono "La donna con la valigia" perché ogni occasione è buona per partire. Perché parto sempre? Cosa sto cercando? A volte vorrei non sentire quello che sento, non vedere quello che vedo, non immaginare quello che sogno. L'amore per il patrimonio di questa martoriata Italia, la passione per l'arte e lo studio mi hanno fatto scegliere la facoltà di Lettere e poi quella di Conservazione dei Beni Culturali e quello stesso amore mi fa studiare ora economia, marketing, mi fa parlare di start up e tecnologia... E vorrei non amarla più, vorrei disinnamorami. Ma si può? Mi sento un'innamorata tradita, maltrattata, messa all'angolo e abbandonata. Sono io che non merito questo o in fondo è la cultura che non ha bisogno di me? Sono le nefandezze del mondo accademico a rifiutarmi o sono io che non sono adatta e non le merito? Dovrei trovare il modo di essere cattiva; di tirare fuori la mia rabbia... qualcuno mi dice...ma perché devo essere cattiva e arrabbiata se non lo sono? Si può essere cattivi senza far del male e arrabbiati senza urlare ed io sono così. Il rumore è anche un sottofondo che non disturba, ma che resiste e, pertanto, insiste. Un canto che si intrufola nelle orecchie di chi sa ascoltare e di chi sa coglierne l'essenza, il valore.
Mia madre dice sempre che sono "La donna con la valigia" perché ogni occasione è buona per partire. Perché parto sempre? Cosa sto cercando? A volte vorrei non sentire quello che sento, non vedere quello che vedo, non immaginare quello che sogno. L'amore per il patrimonio di questa martoriata Italia, la passione per l'arte e lo studio mi hanno fatto scegliere la facoltà di Lettere e poi quella di Conservazione dei Beni Culturali e quello stesso amore mi fa studiare ora economia, marketing, mi fa parlare di start up e tecnologia... E vorrei non amarla più, vorrei disinnamorami. Ma si può? Mi sento un'innamorata tradita, maltrattata, messa all'angolo e abbandonata. Sono io che non merito questo o in fondo è la cultura che non ha bisogno di me? Sono le nefandezze del mondo accademico a rifiutarmi o sono io che non sono adatta e non le merito? Dovrei trovare il modo di essere cattiva; di tirare fuori la mia rabbia... qualcuno mi dice...ma perché devo essere cattiva e arrabbiata se non lo sono? Si può essere cattivi senza far del male e arrabbiati senza urlare ed io sono così. Il rumore è anche un sottofondo che non disturba, ma che resiste e, pertanto, insiste. Un canto che si intrufola nelle orecchie di chi sa ascoltare e di chi sa coglierne l'essenza, il valore.
Questo è un post di una laureata arrabbiata, di una donna che vuole realizzare un proprio sogno e per farlo ci mette il suo tempo, il suo orgoglio, la sua forza. Eppure è stanca, ne sente il peso, è disillusa.
A tre anni dalla laurea sono altro da me, altro da ciò che mi aspettavo, altro da ciò che gli altri credono che io sia.
A tre anni dalla laurea sono professionalmente fuori dal mio contesto, fuori dal mercato che immaginavo per me, fuori tempo per cominciare a tenere il ritmo di un'esistenza che doveva essere scandita da un Tiziano, da un Michelangelo e da un Caravaggio.
A tre anni dalla mia laurea sono emotivamente ancora legata ad un sogno, legata ad un amore (lo stesso che mi tiene legata alle persone che ho amato, che amo e che amerò), legata ad un futuro che sembra non arrivare mai. Ad Maiora, NUNQUAM.
A tre anni dalla laurea sono altro da me, altro da ciò che mi aspettavo, altro da ciò che gli altri credono che io sia.
A tre anni dalla laurea sono professionalmente fuori dal mio contesto, fuori dal mercato che immaginavo per me, fuori tempo per cominciare a tenere il ritmo di un'esistenza che doveva essere scandita da un Tiziano, da un Michelangelo e da un Caravaggio.
A tre anni dalla mia laurea sono emotivamente ancora legata ad un sogno, legata ad un amore (lo stesso che mi tiene legata alle persone che ho amato, che amo e che amerò), legata ad un futuro che sembra non arrivare mai. Ad Maiora, NUNQUAM.
Author : Unknown