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Archive for novembre 2016
Compleanni smartiani: Claude Monet (1840-1926)
Claude Monet, autoritratto, 1866 |
Nasceva il 14 Novembre di ben 176 anni fa il padre dell'Impressionismo:
buon compleanno Claude Monet!
Nato nel 1840 a Parigi da una famiglia benestante, Monet si trasferì con la famiglia in Normandia a soli 5 anni.
Vivere vicino al mare, a diretto contatto con la natura e la luce particolare del nord Europa, influenzeranno il modo determinante la sua pittura.
Così come l'incontro, negli anni '50, con Eugène Boudin, corniciaio e pittore, che sosteneva la necessità di dipingere en plein air il bozzetto e su tela per cogliere le vibrazioni naturali della luce e dei colori.
Monet stesso dirà: "Se sono diventato pittore lo devo a Eugène Boudin. È a lui che devo l'educazione definitiva del mio occhio".
Monet è l'impressionista per eccellenza: la sua attenzione si concentra sul colore, sugli effetti della luce, sul movimento; i suoi soggetti sono quasi tutti all'aria aperta.
Trovate le immagini di diverse opere en plein air di Monet qui.
Il centro della sua osservazione non è la scena o l'oggetto e ciò che esso rappresenta , ma gli effetti della luce e dei colori sulle sue superfici, tanto che egli racconta:
"Il colore è la mia ossessione giornaliera, la mia gioia e il mio tormento. A tal punto che un giorno, trovandomi accanto al letto di morte di una donna che era stata ed ancora era molto cara per me [sua moglie], mi trovai a focalizzare il mio sguardo sulle sue tempie, e ad analizzare automaticamente la successione di tonalità di colore che la morte stava provocando sul suo volto immobile. C'era del blu, del giallo, dei toni grigi, toni che non riesco a descrivere. A tal punto ero arrivato".
Per tutta la sua lunghissima carriera, anche quando l'Impressionismo era ormai superato, Monet rimarrà fedele ai principi della sua pittura, non mossa da una ricerca teorica o da interessi intellettuali, ma incentrata sul fare pratico, sull'osservazione diretta e sulla materialità dei colori, sull'esperienza dei giochi di luce e ombra. Proprio negli anni '90 dipingerà la serie della Cattedrale di Rouen (1894).
Potete vedere l'intera serie qui.
La Cattedrale di Rouen, Monet, 1894. Immagine da Tumblr: weepfortrip.blogspot.com |
Lo Stagno delle Ninfee, Claude Monet, 1904. Opera conservata presso il Museo d'Orsay. |
Images from Wikipedia in Creative Commons
Author : Unknown
Perché il terremoto va oltre i confini dell’Italia, e riguarda tutti
Un articolo, il lutto. Sono morti
degli edifici, non delle persone.
Eppure vedere la polvere che aleggia sulle
macerie di pezzi del nostro patrimonio culturale muove qualcosa di profondo. Ci
lascia senza parole, impotenti, ed è uno straniero a ricordarci che i
popoli di questa penisola da sempre convivono e rinascono dalle calamità
naturali.
Per questo ho deciso di tradurre l’articolo (Titolo originale:Italy's earthquake affects us all – theirs is a cultural richness like no other) di Jonathan Jones, pubblicato su The Guardian, che potete leggere di seguito.
Buona lettura!
I palazzi non sono persone. È un
immensa grazia, com’è noto, che non ci siano stati morti nell’ultimo terremoto
che ha colpito l’Italia centrale. Ancora non riesco ad elaborare il lutto per
la basilica di S. Benedetto a Norcia. Vedere un così bell’edificio antico distrutto
è qualcosa di viscerale.
Foto da ncregister.com |
Le immagini parlano da sole. In
una immagine la polvere riempie il cielo
del mattino mentre la facciata della chiesa sta in piedi, solitaria, sullo
sfondo il corpo dell’edificio una massa di macerie. In un’altra sembra come se una bomba avesse rimosso il
soffitto e schiacciato l’interno.
Mentre le immagini suggeriscono
che il restauro possa salvare almeno un’eco di questa chiesa medievale, la
perdita di questo ed altri edifici nel terremoto di magnitudo 6.6 che ha
lasciato un surreale labirinto di relitti nell’area di Norcia, spezzerà il
cuore di ogni amante dell’arte.
Perché sono triste se non ho mai
visitato questa chiesta abbaziale benedettina? Perché essa incarna tutto ciò
che è meraviglioso dell’Italia. Nessun altro luogo ha la stessa ricchezza
storico-artistica della penisola italiana. Nelle cittadine al nord e del sud
del paese si intersecano gli strati del tempo e i tesori artistici sono parte della
vita quotidiana. La basilica di Norcia fu costruita sopra quel che si ritiene
il luogo di nascita di San Benedetto, che nel VI secolo d.C. fondò l’abbazia a
Monte Cassino, nel sud Italia, e
scrisse la Regola di San Benedetto, il progetto per il monachesimo occidentale
che stabilì un codice di comportamento per le comunità di uomini celibi e donne
nubili che vivevano, lavoravano e pregavano insieme.
Monte Cassino lesionata durante la seconda guerra mondiale. Forto: Chris Ware/Getty Images |
Monte Cassino fu distrutta nella
seconda guerra mondiale. Ora la
basilica di San Benedetto è stata frantumata dalla natura. Va bene ammettere
che sono più triste per un danno del genere in Italia piuttosto che in
qualunque altro posto?
La grandezza culturale dell’Italia
sfida la sua instabilità geologica. Dalla cattedrale di Orvieto, alta sopra la pianura umbra, fino alle
strette e ripide strade di Siena,
questa è una terra di persone che hanno costruito sui versanti delle colline,
delle montagne, dei precipizi. Ovunque tu vada, in questo paese troverai delle
rampe di scale che salgono lungo le colline scoscese e le chiese abbarbicate
alle scogliere.
È quel senso di continuità naturale
e di tempo antico che rende le cittadine e le città italiane così affascinanti.
Qui puoi immaginare la vita medievale, puoi sentire la presenza di una
generazione dopo l’altra. Così tanta vita è racchiusa nelle pietre dell’Italia.
Così tante storie abitano in ogni vicolo e chiostro. Si ha l’impressione che le
chiese come la basilica di San Benedetto non svaniranno mai. Finché non lo
fanno.
Il disastro naturale non è niente
di nuovo in Italia. In questa regione geologicamente turbolenta, la civiltà
urbana ha sempre vissuto col rischio. Pompei ed Ercolano si sono preservate
come meraviglie archeologiche perché sepolte dal Vesuvio nel 79 d.C.. Le
persone vivono ancora lungo i versanti del Vesuvio, sperando che niente vada
storto. Nella città di Pozzuoli, ai confini dell’enorme area vulcanica a
nord di Napoli, una sezione del porto è stata abbandonata dopo il terremoto del
1983. Ma la minacciosa area morta della cittadina non ferma le migliaia di
persone che ne riempiono i ristoranti di pesce il sabato notte.
Cosa puoi fare quando vivi in una
remota comunità sulla cima di una faglia o di una camera magmatica? Puoi pregare.
A Firenze, ad esempio, la chiesa della Santissima Annunziata ha un miracoloso
dipinto dell’Annunciazione che veniva portato in processione lungo le mura
della città ogniqualvolta essa si trovava in pericolo per una guerra o un
disastro naturale. Fallì nel 1966, quando questa città, casa di tesori, fu
devastata da un’alluvione.
La popolazione dell’Italia ha
convissuto con i disastri per millenni, da Pompei a Firenze, a Norcia. Da
quella stessa instabilità hanno creato bellezza. Ogni perdita di quel superbo
tessuto umano è una perdita per tutti noi.
Author : Unknown