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Archive for maggio 2015

Monumenti Aperti e il Novecento: cosa raccontare del 2015?


Monumenti Aperti 2015: ancora tre fine settimana per inebriarvi di bellezza!
E oggi si riparte!

Cinquantuno comuni in Sardegna e due in Piemonte, quasi settecento monumenti aperti gratuitamente in sette settimane e raccontati da oltre undicimila volontari. 
Ecco la 19° edizione di Monumenti Aperti che dal 18 Aprile, per 7 fine settimana apre le porte alla curiosità dei visitatori!


Avete visto il programma? Potete tenervi informati aprendo questo link!
Il tema è il Novecento: da quale luogo della Cultura vi farete attirare?
Sceglierete un luogo generalmente chiuso, o a un'istituzione riconosciuta?

Ovunque andiate, fatevi affascinare e raccontate... portate un amico con voi per riscoprire i monumenti, cosa si nasconde dietro un portone che è stato chiuso come a Giulianova (di cui abbiamo parlato qui).

Quale storia custodirete?

L'arte e la cultura sono mettere in discussione il proprio modo di vedere il mondo, ma sono esperienze sociali indiscutibilmente più memorabili con dei compagni di avventura!
Sceglieteli dunque, e programmate il viaggio!



Quanto ami la storia dell'arte?


La storia dell'arte può mostrare la nostra volontà di cambiare la visione culturale del nostro Paese?
Sì, perché criticare è facile come mettersi sul carro di chi urla più forte, ma quanto ci mettiamo realmente in discussione? Quanto ci muoviamo per cambiare ciò che non ci piace? Quanti di noi sarebbero disposti a un breve video?
Le difficoltà tecniche sono.. zero! 
Considerando che la media nazionale di smartphone è superiore a 1, uno di questi aggeggi tecnologici è presente nella vita di TUTTI, anche tramite richiesta di supporto tecnico da parte del barista di fiducia.
Conclusa l'introduzione che fa decadere la scusa più gettonata per non metterci in gioco, arrivo al punto: la storia dell'arte.

La storia dell'arte verrà pesantemente tagliata dal piano formativo delle scuole, e questo non stupisce se si pensa alle condizioni in cui versa la gestione del patrimonio culturale in Italia, ma se ci sforzassimo di pensare un mondo in cui fino ai 18 anni non si sente parlare di storia dell'arte, in quali mani lasceremmo il nostro Paese, costellato di emergenze culturali?

Come dice il professore Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma, in un intervista che trovate qui, "la ricchezza dell'Italia si basa sul suo patrimonio artistico e culturale. Il nostro Paese non ha più l'industria perché il patrimonio delle grandi imprese statali è stato completamente distrutto. L'agricoltura non ha potuto contare su provvedimenti di sostegno, il commercio langue e la burocrazia è asfissiante. In tale quadro desolante la politica continua a stanziare solo lo 0.1% del Pil in favore della Cultura".

Il settore scuola è controverso e io non ho ancora una posizione precisa sul dove io mi trovi schierata rispetto alla riforma, alla cosiddetta "buonascuola".
Come si fa a decidere dove schierarsi?
Da una parte il dramma dei precari, i tagli dei finanziamenti alle scuole, il sovraffollamento delle classi, dall'altra il triste declino del livello di istruzione, la demotivazione degli studenti, la sensazione che l'insegnamento sia diventato un parcheggio e raramente una vocazione: d'altronde, come si può scegliere di diventare insegnanti per vocazione se prima di poter avere un incarico bisogna passare anni di supplenze che potrebbero andare da un mese di lavoro a due giorni annui? Come gestire la mattina a disposizione e un lavoro per vivere?
Come scegliere l'insegnamento se per insegnare devi rientrare nel novero dei fortunati la cui laurea è riconosciuta dalle classi di concorso che non danno possibilità a coloro che han frequentato corsi di laurea "ibridi" rispetto ai tradizionali?
Come non appoggiare la possibilità di introduzione di un minimo di "meritocrazia" allontanando i docenti che non lavorano, e come limitare d'altronde il potere ai presidi?
Il problema di del "superpotere" del preside è legato al fatto che siamo italiani e ci comportiamo come tali: vogliamo la meritocrazia, ma quando ce la offrono siamo in grado di accettarla? Abbiamo paura dei presidi perché incapaci o perché collusi in un sistema mal funzionante?

Pur non sapendo da che parte stare, pur trovandomi in accordo-disaccordo, mi sento chiamata in causa nel promuovere un'iniziativa video per amore della Cultura e della storia dell'arte.

L'Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte (ANISA) ci chiede un breve filmato in cui, dopo esserci presentati con nome, cognome, scuola frequentata e titolo di studio, rispondiamo a questa domanda: 

"Quanto è stato importante per me studiare a scuola storia dell'arte?"

Il video va correlato con una liberatoria (meglio in video, ma va bene anche scritta) per l'utilizzo del video per il montaggio nazionale che verrà inviato al Ministero e in Parlamento, e diffuso nei canali social.
I video possono sono essere inoltrati via messenger a Simone Mereu Canepa, docente presso l'Istituto Pertini di Cagliari. 

Quanti di noi credono ancora nella storia dell'arte?
Abbiamo tempo fino al 14 maggio.
Ai video l'ardua risposta.

I video vengono condivisi anche sulla pagina Facebook: Urgent call in difesa della storia dell'arte.









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