Posted by : Unknown venerdì 4 novembre 2016

Un articolo, il lutto. Sono morti degli edifici, non delle persone. 
Eppure vedere la polvere che aleggia sulle macerie di pezzi del nostro patrimonio culturale muove qualcosa di profondo. Ci lascia senza parole, impotenti, ed è uno straniero a ricordarci che i popoli di questa penisola da sempre convivono e rinascono dalle calamità naturali.
Per questo ho deciso di tradurre l’articolo (Titolo originale:Italy's earthquake affects us all – theirs is a cultural richness like no other) di Jonathan Jones, pubblicato su The Guardian, che potete leggere di seguito. Buona lettura!


I palazzi non sono persone. È un immensa grazia, com’è noto, che non ci siano stati morti nell’ultimo terremoto che ha colpito l’Italia centrale. Ancora non riesco ad elaborare il lutto per la basilica di S. Benedetto a Norcia. Vedere un così bell’edificio antico distrutto è qualcosa di viscerale.
Foto da ncregister.com
Le immagini parlano da sole. In una immagine la polvere riempie il cielo del mattino mentre la facciata della chiesa sta in piedi, solitaria, sullo sfondo il corpo dell’edificio una massa di macerie. In un’altra sembra come se una bomba avesse rimosso il soffitto e schiacciato l’interno.
Mentre le immagini suggeriscono che il restauro possa salvare almeno un’eco di questa chiesa medievale, la perdita di questo ed altri edifici nel terremoto di magnitudo 6.6 che ha lasciato un surreale labirinto di relitti nell’area di Norcia, spezzerà il cuore di ogni amante dell’arte.
Perché sono triste se non ho mai visitato questa chiesta abbaziale benedettina? Perché essa incarna tutto ciò che è meraviglioso dell’Italia. Nessun altro luogo ha la stessa ricchezza storico-artistica della penisola italiana. Nelle cittadine al nord e del sud del paese si intersecano gli strati del tempo e i tesori artistici sono parte della vita quotidiana. La basilica di Norcia fu costruita sopra quel che si ritiene il luogo di nascita di San Benedetto, che nel VI secolo d.C. fondò l’abbazia a Monte Cassino, nel sud Italia, e scrisse la Regola di San Benedetto, il progetto per il monachesimo occidentale che stabilì un codice di comportamento per le comunità di uomini celibi e donne nubili che vivevano, lavoravano e pregavano insieme.
Monte  Cassino lesionata durante la seconda guerra mondiale.
Forto: Chris Ware/Getty Images
Monte Cassino fu distrutta nella seconda guerra mondiale. Ora la basilica di San Benedetto è stata frantumata dalla natura. Va bene ammettere che sono più triste per un danno del genere in Italia piuttosto che in qualunque altro posto?
La grandezza culturale dell’Italia sfida la sua instabilità geologica. Dalla cattedrale di Orvieto, alta sopra la pianura umbra, fino alle strette e ripide strade di Siena, questa è una terra di persone che hanno costruito sui versanti delle colline, delle montagne, dei precipizi. Ovunque tu vada, in questo paese troverai delle rampe di scale che salgono lungo le colline scoscese e le chiese abbarbicate alle scogliere.
È quel senso di continuità naturale e di tempo antico che rende le cittadine e le città italiane così affascinanti. Qui puoi immaginare la vita medievale, puoi sentire la presenza di una generazione dopo l’altra. Così tanta vita è racchiusa nelle pietre dell’Italia. Così tante storie abitano in ogni vicolo e chiostro. Si ha l’impressione che le chiese come la basilica di San Benedetto non svaniranno mai. Finché non lo fanno.
Il disastro naturale non è niente di nuovo in Italia. In questa regione geologicamente turbolenta, la civiltà urbana ha sempre vissuto col rischio. Pompei ed Ercolano si sono preservate come meraviglie archeologiche perché sepolte dal Vesuvio nel 79 d.C.. Le persone vivono ancora lungo i versanti del Vesuvio, sperando che niente vada storto. Nella città di Pozzuoli, ai confini dell’enorme area vulcanica a nord di Napoli, una sezione del porto è stata abbandonata dopo il terremoto del 1983. Ma la minacciosa area morta della cittadina non ferma le migliaia di persone che ne riempiono i ristoranti di pesce il sabato notte.
Cosa puoi fare quando vivi in una remota comunità sulla cima di una faglia o di una camera magmatica? Puoi pregare. A Firenze, ad esempio, la chiesa della Santissima Annunziata ha un miracoloso dipinto dell’Annunciazione che veniva portato in processione lungo le mura della città ogniqualvolta essa si trovava in pericolo per una guerra o un disastro naturale. Fallì nel 1966, quando questa città, casa di tesori, fu devastata da un’alluvione.

La popolazione dell’Italia ha convissuto con i disastri per millenni, da Pompei a Firenze, a Norcia. Da quella stessa instabilità hanno creato bellezza. Ogni perdita di quel superbo tessuto umano è una perdita per tutti noi.

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