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Archive for settembre 2016
Cartografie antiche: le stelle e la società
Mappa di Dunhuang, Gansu, conservata presso la British Library. (Immagine da www.bl.uk) |
Questa cartografia è un antico atlante del
cielo stellato!
Si tratta di mera
rappresentazione del cielo? Perché tanta cura nelle registrazioni dei movimenti
celesti nell’antica Cina?
Immaginiamo di trovarci in Cina
centrale, intorno al 700, col naso all'insù ad osservare il cielo. Probabilmente
saremmo degli astronomi intenti a registrare, notte dopo notte, ogni movimento
della volta celeste. Lavoreremmo su “mappe” come questa in figura, con gli
astri rappresentati di colori differenti, bianco, nero e giallo, ad indicare le
stelle osservate da tre differenti scuole astronomiche del passato, rispettivamente
quella di Wu Xian, Gan De e Shi Shen.
Le stelle sono state riportate su
carta con un sistema di proiezioni per consentire di riportare la curvatura del
cielo su un pezzo di carta. L’intera serie di carte celesti conteneva ben 1.300
stelle!
Una curiosità: questo sistema è
molto simile a quello sviluppato nel XVI secolo dal cartografo fiammingo
Gerardus Mercator e usato in molte mappe ancora oggi!
Ma tornando a noi nelle veste di
antichi astronomi, perché tanta attenzione?
Una delle funzioni più importati
dell’astronomia antica cinese era la rilevazione del tempo che avveniva
secondo una calendario lunisolare, ogni tanto riallineato per via della
differenza del ciclo lunare con quello solare.
Ma il calendario cinese
rappresentava molto di più: era il simbolo della dinastia regnante e si pensava
che il movimento delle stelle nel cielo fosse direttamente collegato alle
azioni in terra dell’imperatore e della sua corte. Così un'eclisse solare
poteva essere interpretata come una imminente sventura. Per questo motivo l’imperatore
assumeva degli astronomi che notte dopo notte registrassero i movimenti della
volta stellata. Gli astronomi prendevano nota di tutte le stelle che apparivano
improvvisamente tra le stelle fisse, chiamate “stelle ospiti”. Un esempio di
stella ospite registrata dagli astronomi cinesi, ma anche da quelli arabi, è la
Nebulosa Granchio osservata nel 1054, oggi nota come SN 1054.
Il calendario cinese era il
simbolo stesso della dinastia, e poiché le dinastie non duravano per sempre, ma
sorgevano e cadevano, il calendario
veniva “aggiornato” e “ricreato” al cambiare della casa regnante.
A sottolineare l’importanza di
questo pensiero, le storie ufficiali delle dinastie cinese: a partire dal
secondo secolo avanti Cristo, esse includono un capitolo appositamente dedicato
all’astronomia.
Quanto sono importanti, oggi, le mappe antiche?
Talvolta esse contengono
dettagli, quali il passaggio di una cometa 2.000 anni fa o le supernove, consentono
di calcolare oggi, nei moderni studi astronomici, la periodicità di determinati
eventi celesti.
Qualche dettaglio sulla mappa celeste che vi abbiamo
mostrato: è conservata alla British Library di Londra e fu trovata a Dunhuang,
Gansu, un avamposto dell’impero cinese a oltre mille miglia dalla capitale e
dalle rotte della strada della seta. Si ritiene che essa risalga all’imperatore
Zhong Zong, ovvero all’inizio dell’VIII secolo d.C..
Il rotolo faceva parte dei 40.000
manoscritti di una biblioteca buddhista nascosta in una grotta, probabilmente
sigillata intorno al 1.000 d.C., e scoperta nel 1900. Chi creò la biblioteca e
come i rotoli arrivarono fin lì, rimarrà probabilmente per sempre un mistero.
Per maggiori informazioni sui
rotoli potete visitare il sito dedicato: International Dunhuang
Project.
Author : Unknown
Il santo del giorno: quali sono i s. Matteo più famosi della storia dell’arte?
21 settembre 2016, primo giorno d'autunno,
nonché giorno dedicato a S. Matteo dalla Chiesa cattolica.
Ma facciamo un passo
indietro… chi era s. Matteo?
Nacque col nome Levi tra il 2 e il 4 a.C.
a Cafarnao. Era un pubblicano esattore delle tasse, una delle categorie più
odiate dal popolo ebraico poiché gli esattori anticipavano le tasse all'erario
romano e si rifacevano poi come usurai sui cittadini. Ma Levi era destinato ad
abbandonare la sua professione. Nei vangeli, e in particolare nel Vangelo
secondo Marco (Marco 2,14) ci viene raccontato come Gesù, passandogli accanto,
gli disse semplicemente "Seguimi". E Levi lo seguì, diventando uno
dei suoi dodici discepoli. Da qui egli cambiò vita e cambiò nome in Matteo, che
ricorda la radice ebraica del verbo “donare”.
Discepolo ed evangelista, morì il
24 gennaio del 70 d.C., ma vi sono diverse tradizioni sul luogo di morte e di
sepoltura. Un santuario importante in Italia è tuttavia quello di Salerno, dove
il santo viene festeggiato con una solenne processione che attraversa il centro
storico della città.
Nella storia dell'arte S. Matteo
è un personaggio molto rappresentato. Spesso anziano e barbuto, il suo emblema
è un angelo che lo guida mentre scrive il Vangelo. Spesso accanto a lui è
rappresentata una spada, simbolo del suo martirio.
Tra i dipinti più famosi raffiguranti
il Santo i tre per la Cappella Contarini a S. Luigi dei Francesi, in Roma, dipinti
da Michelangelo da Merisi, noto Caravaggio.
Caravaggio, da poco giunto a
Roma, fu segnalato dal cardinal Del Monte per completare la cappella con un
programma iconografico già stabilito dal suo proprietario: il porporato
francese Matteo Contarelli, morto nel 1585.
Vocazione di S. Matteo, Caravaggio (1599-1600) |
Nella Vocazione di S. Matteo è rappresentato il momento culminante della
chiamata: Levi, l'esattore delle tasse, è interpellato con un gesto della mano
mentre è al tavolo di una stanza in penombra con altri quattro uomini. Solo un
raggio di luce arriva dal lato destro della scena, colpisce Levi in
particolare, ma anche gli altri uomini, come ad indicare che ogni uomo ha
libertà di arbitrio nel scegliere se seguire o meno la via della salvezza.
Nelle storie che dipinge,
Caravaggio riporta alcuni elementi della vita del tempo, così il tavolo degli
esattori mostra i personaggi negli abiti del tempo, mentre Gesù e Pietro, sulla
destra, indossano vesti che sembrano richiamare il passato, quasi a ricordare
che la scelta e la decisione di seguire la via della salvezza trapassino il
tempo.
Prima versione di S. Matteo e l'Angelo, Caravaggio |
Nel 1602, la statua per l'altare
maggiore della chiesa eseguita dallo scultore Cobaert fu respinta, così a
Caravaggio fu affidato l'incarico della pala d'altare centrale dal tema S.
Matteo e l'Angelo.
La prima versione del San Matteo e l'Angelo subì diverse
peripezie: venne rifiutata dai committenti, probabilmente perché il santo era
rappresentato con un abito semplice la cui mano era letteralmente guidata da un
angelo, come se lui non avesse possibilità alcuna di sottrarsi a questo
intervento divino. La tela finì a Berlino, dove andò distrutta nel 1945 a causa
degli avvenimenti bellici. A noi rimane una copia fotografica in bianco e nero.
Nella seconda versione dell’opera,
Matteo indossa un manto, poggia un ginocchio su una seggiola mentre
con la mano destra tiene la penna con la quale scrive appoggiandosi al tavolo.
Il suo sguardo è rivolto all'angelo che volteggia sopra il suo capo mentre gli
parla.
Seconda versione, S. Matteo e l'Angelo, Caravaggio (1602) |
In seguito Caravaggio fu chiamato
a dipingere un episodio poco rappresentato: la morte per martirio del santo.
Matteo è rappresentato al centro, in una veste bianca candida, mentre a terra
subisce la “condanna”. La sua mano destra si allunga verso la palma che un
angelo su una nuvola gli porge: egli sa di andare incontro al suo martirio. La
scena sembra essere ambientata ai giorni del Caravaggio, spogliandosi
dell’iconografia classica per diventare un vero e proprio omicidio.
Martirio di S. Matteo, Caravaggio (1600-1601) |
Matteo indossa gli abiti del
celebrante e alle sue spalle vi sono una croce e l’altare sul quale
probabilmente officiava nel momento in cui il carnefice iniziò a colpirlo, come
simbolo di un sacrificio di memoria e sangue che richiama la morte di Gesù. I
presenti provano paura, stupore, curiosità per questo atto di violenza che
irrompe nella giornata del santo come in quella del pittore stesso, che
confuso, dietro il carnefice, si ritrae.
Dopo la riscoperta del
Caravaggio, questi dipinti raffiguranti S. Matteo sono sicuramente tra i più
famosi. Ma quali altri non dovremmo proprio dimenticare?
Quali tra i vostri preferiti?
Scriveteci!
(foto Creative Commons da www.wikipedia.it)
Author : Unknown