Posted by : Unknown lunedì 29 giugno 2015

"La scultura è un'arte che, levando il superfluo dalla materia suggetta, la riduce a quella forma di corpo che nella idea dell'artefice è disegnata"
Così scriveva Giorgio Vasari nell'introduzione alle Vite degli artisti. Egli infatti premise all'opera una introduzione, una vera e propria trattazione chiamata Teoriche, divisa in tre capitoli dedicati alle tre arti maggiori: 
Architettura
Scultura
Pittura

Fidia o la scultura, Andrea Pisano, 1334-1336
Giorgio Vasari, architetto e pittore in  prima persona, scrive delle tecniche, dei materiali, dei procedimenti artistici, sia per informare il lettore disinformato che per assistere gli artisti coinvolti in questi procedimenti. E' lo stesso Vasari, a conclusione delle Vite, a sottolineare il desiderio di essere compreso anche da chi non ha una formazione letteraria, sottolineando lo sforzo durato anni, di raccogliere informazioni da molte fonti, scritte e di tradizione orale, dalla frequentazione di artisti e artigiani nelle botteghe e nei cantieri, per giungere al suo testo, ricco di termini tecnici, eppure allo stesso tempo, di facile lettura. 


"mi sono ingegnato per questo effetto, con ogni diligenzia possibile, verificare le cose dubbiose con più riscontri"

L'introduzione alle Vite, spesso trascurata, è stata commentata da Gerard Baldwin Brown all'inizio del Novecento  in un testo piacevolmente scorrevole, che lascia spazio sia alla parte tecnica che a quella divulgativa.

Mi imbatto nella frase che ho riportato in apertura mentre sfoglio tutto il volume. Il mio focus è la pittura, ma quelle pagine scritte sulle tecniche artigiane passate mi affascinano: cerco di carpirne i segreti, di capire su quali particolari l'occhio dell'architetto e pittore Giorgio si soffermava. 

Appare evidente il carattere divulgativo dell'opera e come Vasari lasci da parte tutto ciò che riguarda le ricette e i segreti di bottega. Forse Vasari riteneva superflue queste informazioni? O forse, semplicemente, il segreto di bottega legava le sue mani. D'altronde, gli artisti dovevano passare una fase di apprendistato in cui acquisivano le conoscenze più pratiche sperimentando direttamente il lavoro in bottega, per quanto non fosse condizione sufficiente perché un maestro consegnasse a un apprendista i suoi segreti: era necessario essere un apprendista eccelso. Anche Giorgio Vasari non poteva evidentemente permettere che i segreti fossero diffusi e stampati su carta scritta. 
E' forse per questo che Giorgio Vasari decise di anteporre alle vite degli illustri artisti questi brevi capitoli introduttivi, che non possono sostituirsi all'apprendistato in bottega, ma che introducono il lettore nel mondo delle tre arti attraverso un viaggio materico e tecnico. Il testo poteva forse offrire spunti di riflessione agli addetti ai lavori, ed allo stesso tempo suscitare la curiosità del lettore estraneo alla pratica dell'architettura, della scultura e della pittura.

Materiali, modalità d'impiego, insegnamenti e professionalità si aggirano in questi capitoli come spettri di un mondo in fermento, prima di giungere ai racconti, alla memoria, degli illustri personaggi che han fatto le arti al tempo del Vasari.



Testo: Vasari, Giorgio, Le tecniche artistiche, introduzione e commento di G. Baldwin Brown, Neri Pozza editore, Vicenza, 1996

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