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- Il santo del giorno: quali sono i s. Matteo più famosi della storia dell’arte?
Posted by : Unknown
mercoledì 21 settembre 2016
21 settembre 2016, primo giorno d'autunno,
nonché giorno dedicato a S. Matteo dalla Chiesa cattolica.
Ma facciamo un passo
indietro… chi era s. Matteo?
Nacque col nome Levi tra il 2 e il 4 a.C.
a Cafarnao. Era un pubblicano esattore delle tasse, una delle categorie più
odiate dal popolo ebraico poiché gli esattori anticipavano le tasse all'erario
romano e si rifacevano poi come usurai sui cittadini. Ma Levi era destinato ad
abbandonare la sua professione. Nei vangeli, e in particolare nel Vangelo
secondo Marco (Marco 2,14) ci viene raccontato come Gesù, passandogli accanto,
gli disse semplicemente "Seguimi". E Levi lo seguì, diventando uno
dei suoi dodici discepoli. Da qui egli cambiò vita e cambiò nome in Matteo, che
ricorda la radice ebraica del verbo “donare”.
Discepolo ed evangelista, morì il
24 gennaio del 70 d.C., ma vi sono diverse tradizioni sul luogo di morte e di
sepoltura. Un santuario importante in Italia è tuttavia quello di Salerno, dove
il santo viene festeggiato con una solenne processione che attraversa il centro
storico della città.
Nella storia dell'arte S. Matteo
è un personaggio molto rappresentato. Spesso anziano e barbuto, il suo emblema
è un angelo che lo guida mentre scrive il Vangelo. Spesso accanto a lui è
rappresentata una spada, simbolo del suo martirio.
Tra i dipinti più famosi raffiguranti
il Santo i tre per la Cappella Contarini a S. Luigi dei Francesi, in Roma, dipinti
da Michelangelo da Merisi, noto Caravaggio.
Caravaggio, da poco giunto a
Roma, fu segnalato dal cardinal Del Monte per completare la cappella con un
programma iconografico già stabilito dal suo proprietario: il porporato
francese Matteo Contarelli, morto nel 1585.
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Vocazione di S. Matteo, Caravaggio (1599-1600) |
Nella Vocazione di S. Matteo è rappresentato il momento culminante della
chiamata: Levi, l'esattore delle tasse, è interpellato con un gesto della mano
mentre è al tavolo di una stanza in penombra con altri quattro uomini. Solo un
raggio di luce arriva dal lato destro della scena, colpisce Levi in
particolare, ma anche gli altri uomini, come ad indicare che ogni uomo ha
libertà di arbitrio nel scegliere se seguire o meno la via della salvezza.
Nelle storie che dipinge,
Caravaggio riporta alcuni elementi della vita del tempo, così il tavolo degli
esattori mostra i personaggi negli abiti del tempo, mentre Gesù e Pietro, sulla
destra, indossano vesti che sembrano richiamare il passato, quasi a ricordare
che la scelta e la decisione di seguire la via della salvezza trapassino il
tempo.
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Prima versione di S. Matteo e l'Angelo, Caravaggio |
Nel 1602, la statua per l'altare
maggiore della chiesa eseguita dallo scultore Cobaert fu respinta, così a
Caravaggio fu affidato l'incarico della pala d'altare centrale dal tema S.
Matteo e l'Angelo.
La prima versione del San Matteo e l'Angelo subì diverse
peripezie: venne rifiutata dai committenti, probabilmente perché il santo era
rappresentato con un abito semplice la cui mano era letteralmente guidata da un
angelo, come se lui non avesse possibilità alcuna di sottrarsi a questo
intervento divino. La tela finì a Berlino, dove andò distrutta nel 1945 a causa
degli avvenimenti bellici. A noi rimane una copia fotografica in bianco e nero.
Nella seconda versione dell’opera,
Matteo indossa un manto, poggia un ginocchio su una seggiola mentre
con la mano destra tiene la penna con la quale scrive appoggiandosi al tavolo.
Il suo sguardo è rivolto all'angelo che volteggia sopra il suo capo mentre gli
parla.
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Seconda versione, S. Matteo e l'Angelo, Caravaggio (1602) |
In seguito Caravaggio fu chiamato
a dipingere un episodio poco rappresentato: la morte per martirio del santo.
Matteo è rappresentato al centro, in una veste bianca candida, mentre a terra
subisce la “condanna”. La sua mano destra si allunga verso la palma che un
angelo su una nuvola gli porge: egli sa di andare incontro al suo martirio. La
scena sembra essere ambientata ai giorni del Caravaggio, spogliandosi
dell’iconografia classica per diventare un vero e proprio omicidio.
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Martirio di S. Matteo, Caravaggio (1600-1601) |
Matteo indossa gli abiti del
celebrante e alle sue spalle vi sono una croce e l’altare sul quale
probabilmente officiava nel momento in cui il carnefice iniziò a colpirlo, come
simbolo di un sacrificio di memoria e sangue che richiama la morte di Gesù. I
presenti provano paura, stupore, curiosità per questo atto di violenza che
irrompe nella giornata del santo come in quella del pittore stesso, che
confuso, dietro il carnefice, si ritrae.
Dopo la riscoperta del
Caravaggio, questi dipinti raffiguranti S. Matteo sono sicuramente tra i più
famosi. Ma quali altri non dovremmo proprio dimenticare?
Quali tra i vostri preferiti?
Scriveteci!
(foto Creative Commons da www.wikipedia.it)