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Archive for aprile 2013

Invasioni Digitali a Ravenna: TAMO, sei stata invasa!

Amanti dei social media di ogni tipo.. continuano le Invasioni Digitali!
Nate dalla proposta di Fabrizio Todisco, in tutta Italia, dal 20 al 28 Aprile, stanno avendo luogo oltre 250 incursioni per valorizzare il patrimonio laddove le nostre ieratiche istituzioni e la lungimiranza di molti direttori museali non arrivano.

Incursori armati di profili social potranno catturare immagini e suoni e diffonderli sul Web!

Attivisti dei social, instagramers, blogger... Parola d'ordine: #invasionidigitali!

20 Aprile: ecco la mia invasione a #Ravenna!

Ore 15.30: gli invasori, armi alla mano, sono pronti al check-in! 
Tamo, siamo pronti all'attacco! 

Ci accoglie Paolo, che ci farà da guida in "Tutta l'Avventura del MOsaico" e che ci catturerà con tecnica e aneddoti! 


 Riscopriamo le forme del mosaico, la raffinatezza dei giochi di luce, come questi ci restituiscano cromie differenti, ma ci ricordiamo anche che questi tappeti di tessera nascondono messaggi "dimenticati"... 

 

 







Eppure i più complessi motivi decorativi nascono da qui: piccoli cubetti di vetro colorato che prendono forma e vita sotto le mani dell'artista mosaicista..





Ore 17. Gli invasori dichiarano la loro missione compiuta!

Muovo gli ultimi passi tra questi antichi mosaici, scatto le ultime foto... tra resti e arrivederci condivido gli ultimi pezzi del mio puzzle.


Commenti? 
Un'iniziativa bella, semplice, di grandissima risonanza in un paese che percepiamo totalmente paralizzato... non arrendiamoci a questo!
Diamo voce alle persone comuni, la Cultura la facciamo noi!






Seguite le invasioni su: www.invasionidigitali.it e sui social network con l'ashtag #invasionidigitali





Vi rimando anche a due articoli che credo rendano l'idea dello spirito delle Invasioni Digitali!


Eredita una fortuna, ma la butta via

Se ereditassi una fortuna, la butteresti via?
Se avessi un Raffaello, lo regaleresti?
Se ti portassero via il Colosseo, saresti contento?

A gran voce molti direbbero di no, eppure un italiano su due non riconosce il valore del suo patrimonio e lo cataloga come rudere o preferirebbe portarlo via perché del resto, lo sanno tutti, con la cultura non si mangia. E allora perché preoccuparci di preservarla?

Rileggiamo drammaticamente alcuni passi del rapporto 2012 preparato per conto della Commissione Europea dalla Eenc, la Rete europea degli esperti sulla cultura, che dimostra quanto l'Italia se ne freghi di investire su un ambito riconosciuto cruciale volano di sviluppo in tutta Europa.
E a quasi un anno da questo rapporto, nel clima di insicurezza politica in cui viviamo, nessuno parla di piani di sviluppo strutturali per l'economia e per il nostro patrimonio.

Stiamo perdendo la nostra identità?
L'Europa ci chiede di custodire quell'identità che ci rende riconoscibili in tutto il mondo perché noi siamo gli eredi delle civiltà che hanno reso grande l'Europa per secoli.

Il rapporto è stato commissionato da Bruxelles per la programmazione UE 2014-20, la quale si fonda su una ferma convinzione: la cultura è una priorità perché vale tanto, anche in termini economici. 
La cultura e le attività creative "costituiscono ormai il 3,3% del pil Ue (contro il 2,6% del 2006) e il 3% dell’occupazione. Un potenziale particolarmente elevato per l’Italia, che si vanta di ospitare il 70% dei beni artistici mondiali".  Si legge nel rapporto: "se vi fosse un serio tentativo di dare alla cultura la giusta priorità nell’agenda politica del paese, vi potrebbe essere una seria possibilità che i settori culturali e creativi diano un importante contributo nel ridisegnare la tanto agognata formula per una nuova crescita per l’Italia". E invece che si fa?

L'ITALIA CONTINUA A TAGLIARE (-35% tra il 2008 il 2011, per arrivare allo 0,2% del pil)!

Il danno non solo materiale, ma anche di immagine, può essere devastante. Come conseguenza, tale identità potrebbe morire se non si farà qualcosa per impedirlo.

Ad essere guasto è il sistema: dalla politica alle persone. E chi ne paga le conseguenze sono i giovani: sfiduciati, demotivati, fuorviati anche nella scelta del proprio percorso formativo. Le università culturali chiudono e chi si specializza nel settore culturale è costretto ad andare all'estero, dove la professione "culturale" è ricercata e appartiene ad un business redditizio.
Nella nostra quotidianità associare il termine business alla cultura è visto come una speculazione e non come una risorsa. Siamo ancorati a sistemi educativi che ci mostrano l'arte e la cultura come ozium, e passatempo gratuito; eppure in passato i grandi artisti e gli uomini di cultura erano pagati e posti ai vertici della scala sociale.
Forse è ora che cominciamo a guardare i nostri riconoscimenti da esterni, mettendo da parte lamentele e pregiudizi e dandoci una possibilità cogliendo il monito che l'Europa da troppo ci lancia. E' una sfida. La cogliamo?
Il tempo sta scadendo: ci lasceremo sfuggire anche quest' occasione?

sm-Art People's first birthday on Facebook!


Our Facebook page's first birthday on Facebook!


Artists, creatives, keen in Culture.. sm-Artians!
Play with your creativity and send us your sm-Art People's cover!!

Subject: "Culture is... "

Send us your pictures at smartpeoplemail@gmail.com !
Don't forget your sign, name and whatever you'd like to add to the picture!


A lot of creativity to everybody! 

Un anno con sm-Art People!

Nel mese di Aprile 2013 la nostra pagina Facebook compie un anno!
Volete farci gli auguri con la vostra creatività?

Artisti e creativi, o anche solo amanti della Cultura, insomma sm-Artiani..
mettetevi in gioco creando la nostra copertina sm-Art People!

Tema: "Per me Cultura è... "

Inviateci le vostre immagini alla mail smartpeoplemail@gmail.com !
Non dimenticate di inserire la vostra "firma", di specificare il vostro nome o il vostro nome d'arte, e qualunque definizione o descrizione volete accompagni l'immagine!

Tanta creatività a tutti! 

Potere della rete, potere della cultura



Comincia dalla tecnologia la rivoluzione della cultura!
Finora solo parole, false speranze e miti retorici. 
Italia paese di poeti, navigatori e santi... e penisola della cultura. E poi i poeti li dimentichiamo, i navigatori li abbiamo fatti naufragare e i santi, beh quelli li ricordiamo nelle ricorrenze di paese. 
E la cultura? Che posto diamo alla cultura? Che ruolo gli conferiamo? Che valore?

Domande a cui tutti sappiamo rispondere con frasi fatte, del tipo: "La cultura è il petrolio della nostra nazione", "La miniera sotto i nostri piedi", "La risorsa per uscire dalla crisi"; però poi tutto resta fermo e nessuna proposta e/o novità proviene nè dall'alto degli uffici dirigenziali nè dal basso di chi tutti i giorni voltando lo sguardo ammira un Bernini, una cattedrale di sapienti maestri medievali, una scultura del Giambologna etc.. in un vorticoso pout pouri di passato, presente e futuro. 

Stavolta, però, un "basso", Fabrizio Todisco, lancia una sfida ed ecco... le INVASIONI DIGITALI (http://www.invasionidigitali.it/index.php
Di cosa si tratta? Semplice: scegli un luogo della tua città, scrivi agli organizzatori, sviluppi un programma, fai la copertina e via.. condividere, sponsorizzare e perchè no...  spammare! 
E tutto questo accade nella rete e nella rete ecco subito i partner, i sostenitori, i seguaci, i partecipanti. 

Sono centinaia gli appuntamenti in tutta Italia. Tutti coinvolti in questa invasione perchè la cultura è di tutti e ognuno potrà collaborare con foto, articoli, pensieri. Sarà un po' come vedere Tùkè per noi. Un Tùkè dagli smartphone! Le smartpeople saranno a Ravenna e daranno il loro contributo perché esserci è fondamentale. Invaderemo il Complesso di S. Nicolò, appuntamento ore 15:00 p.zza del Popolo. 
Per noi è un inizio: la cultura si muove ed è rapida, forte e digitale! 
Potere della rete? Potere della cultura? 
Ai post l'ardua sentenza! :) 

Decreto Valore Cultura: abbiamo la Cultura, le diamo Valore?

Ieri sera i primi articoli sull'approvazione del Decreto Valore Cultura, le cui disposizioni trovate qui.
Non appena è arrivata la comunicazione dell'approvazione, abbiamo in molti pensato che possa cambiare qualcosa in questo settore incompreso, come un genius loci dimenticato, come un pittore maledetto che non trova mecenate illuminato, come una di quelle opere che abbiamo in cantina e di cui ci ricordiamo quando a qualcuno viene in mente che potremmo cederla per un pò di soldi e per la quale si risveglia la nostra possessione.
E abbiamo pensato anche che il nome del decreto, che mette insieme le parole Valore e Cultura, con quelle lettere iniziali maiuscole, fosse l'inizio di un cambiamento. 
Pubblico la notizia sui social network, e mi riservo di lasciare il tutto sedimentare per una notte, perché a leggere alcuni punti, un pò di senso di impotenza riaffiora, quella sensazione che attanaglia la nostra sfera emotiva e che non ci permette neanche di tirare fuori la rabbia, è lì, perché (mi permetto di usare il noi) noi, giovani che diventano adulti nella statica cecità della governance italiana, nella Cultura ci credevamo, e in molti ci crediamo ancora, abbiamo studiato, ci siamo specializzati, perdiamo ancora il nostro tempo libero dietro questa chimera, e non vogliamo arrenderci a credere che la Cultura italiana debba essere destinata a spegnersi, come ferita a morte, sul ciglio della strada della noncuranza.

Voglio analizzare stamattina i principali punti del decreto, suddivisi per Grandi Progetti, Valore Cinema Spettacolo e Valore Risorse.

Valore Grandi Progetti. Vi sono Disposizioni per la tutela, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La prima urgenza è Pompei, quel sito archeologico che negli ultimi anni è stato scenario di figure miserrime per la nostra nazione, quel sito il cui simbolo non sono più le bellezze ma i crolli continui, quel sito che ha ricevuto milioni di fondi pubblici ed europei svaniti nel nulla, è ora al centro di nuovi ingenti finanziamenti. Io mi sento indignata e pretendo che su questi investimenti ci sia trasparenza, e se gli obiettivi non verranno raggiunti con la qualità del lavoro, che qualcuno ne paghi le conseguenze, perché significa lavoro di scarsa qualità. 
Sono stati decretate le idee vincitrici delle "99 Ideas - Pompei". Quando sono andata a leggere di cosa si trattasse mi sono trovata davanti progetti, spesso fumosi, che si traducevano in organizzazione del sito e promozione di eventi e programmi di vario tipo. Mi chiedo come sia possibile che in uno scenario del genere tutto questo non fosse già proposto da chi si occupava di gestire il sito, non fosse ordinaria amministrazione. Mi sono sentita ferita nel leggere in questa iniziativa delle proposte che sono alla base di una buona gestione guidata dal buon senso e dal senso pratico. Perché permettiamo che la maggioranza dei nostri siti arranchi in questo modo? Perché ci lamentiamo dei pochi visitatori senza creare attrattiva intorno ai nostri beni? Chi dovrebbe guidare i curiosi se non una scintilla innescata da chi il patrimonio lo gestisce?
Sarà istituita a Pompei la figura del Direttore generale che dovrà occuparsi della gestione del sito, e vi scrivo la mia profezia: dovrà avere competenze economiche e manageriali, quindi, chiunque speri che quel posto possa essere lasciato ad una persona con competenze in primis culturali o archeologiche, ed in secundis economiche, lasci le sue speranze.
Confido nel fatto che prima o poi i dirigenti del Ministero vengano informati del fatto che ci sono professionisti culturali che studiano management.
Riponiamo le speranze nei suoi collaboratori, un massimo di 20 persone provenienti dall'amministrazione statale, e 5 esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica ed infrastrutturale.
Gli assunti nelle nostre PA hanno una media di 50 anni, quindi lascio a voi immaginare quanto mi aspetti da queste persone, a cui non voglio togliere niente, ma a cui non si possono chiedere le energie di giovani che hanno studiato con il sogno di lavorare in un parco archeologico di importanza nazionale, con un futuro incerto e gran desiderio di trovare un lavoro per ciò che han studiato.
Ma possiamo contare sugli esperti! Dal come scorrono le competenze è chiaro che quelle relative alla materia stretta del sito vengano dopo a quelle giuridiche ed economiche. Ricordiamo inoltre che il sito sta cadendo a pezzi.. dove sono i diagnosti, i restauratori, i conservatori e gli archeologi? 
Chi ha le competenze tra queste figure per salvaguardare e monitorare questo ambiente così vasto ed eterogeneo per materiali presenti?

Vado oltre pensando sia incredibile l'istituzione di una nuova Soprintendenza: quelle esistenti spesso non funzionano, e piuttosto che dare uno scossone a queste realtà, ne creiamo una nuova con gli stessi identici meccanismi perché si occupi di Pompei, Ercolano e Stabia, come se queste realtà non potessero essere gestite come macro poli museali. Di cosa si occuperà questa Soprintendenza? Chi saranno i suoi dipendenti?

Troviamo sbandierato poi l'inserimento dei giovani.. con un tirocinio di 12 mesi! 
Ci prendete in giro, vero? Diteci che i tirocini sono volti all'assunzione, perché io vorrei vedermi finalmente scritto su un decreto che voi i giovani li volete stabilizzare, non dargli il contentino di un anno per poi ributtarli in mezzo alla strada. Senza considerare che con il lavoro di costruzione di un sistema museale all'avanguardia, è necessaria una programmazione ed un lavoro continuativo che non può essere fatto dai tecnici nominati precedentemente, né da un via vai di tirocinanti che non hanno alle spalle una struttura organizzativa solida e funzionante. Stiamo davvero investendo al meglio le risorse?
Io non sono contraria al tirocinio, ma è un'occasione di formazione che non deve sostituirsi al lavoro di un'equipe specializzata, ma darle valore aggiunto. Fondare un lavoro di salvataggio su tirocini rischia di andare a finire in un volontariato culturale "elevato" a un gradino superiore, che fa quel che può per tenere a galla una barca alla deriva.

E poi leggo finalmente qualcosa che mi piace: gli introiti derivanti dai biglietti e dal merchandising dei beni culturali, non verranno regalati allo stato in una onestissima percentuale del 75%, ma verranno riassegnati interamente dal MiBAC, con la speranza di una programmazione di ricrescita nazionale, con attenzione anche alle piccole realtà che mai ricevono un soldo.

Alcuni spazi statali e demaniali saranno affidati ad artisti under 35 sulla base di concordi pubblici. Ora, io non voglio rovinare la piazza agli artisti, ma non potrebbe succedere che anche non-artisti abbiamo qualcosa da proporre? E perché solo under 35?

Apriamo poi una campagna straordinaria di inventariazione e digitalizzazione! Qui non si tratta di lanciare campagne psichedeliche, ma di renderle attualizzabili con fondi o con del personale che abbia le competenze per digitalizzare al meglio. E qui taccio. 

Riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche: ma dove abbiamo trovato 75 milioni di euro?!

Cambia le governance: istituito il pareggio di bilancio e per evitare sprechi e finanziamenti a pioggia, i fondi saranno distribuiti in base alle attività svolte e rendicontate.

E infine, finalmente, un privato può decidere di destinare il proprio denaro alla Cultura con agevolazioni fiscali: fino a cinquemila euro le donazioni non avranno oneri amministrativi a carico del privato che può decidere dove destinarli.

"Eppur si muove" disse Galileo osservando il cielo, ed io, nonostante un pò di amaro, metterò a mente che un minimo passo è forse meglio di non farne affatto.

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