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"Mi Riconosci?" presenta una proposta di legge contro il lavoro gratuito nei Beni Culturali
Il 10 Gennaio 2018 alle ore 17.30 presso l'Aula Magna Campus "L.Einaudi" di Torino, il gruppo di attivisti "Mi Riconosci" presenterà una proposta di legge che ha l'obiettivo di contrastare il lavoro volontario nei Beni Culturali al "grido" di La Cultura è Lavoro; Fagliela Pagare!
"Mi Riconosci?" nasce nel 2015 come gruppo attivo di professionisti dei beni culturali con l'obiettivo di portare ad un riconoscimento delle professioni culturali e di promuovere una valorizzazione e una riqualificazione dei titoli di studio collegati alla cultura.
In questi due anni ha dato vita a diverse iniziative online e offline per alimentare queste mission e adesso arriva ad una concreta proposta di legge che mira alla regolamentazione del volontariato culturale al fine di fermare il lavoro gratuito, attualmente perpetrato da leggi dello stato italiano che non tengono conto dell'importanza delle professioni culturali e del loro ruolo all'interno di una strategia di crescita culturale.
Noi di Sm-Art People abbiamo trattato l'argomento del volontariato culturale più volte sul nostro blog, denunciando questa situazione diventata insostenibile per chi desidera lavorare nella cultura. Per questo motivo il nostro sostegno a questa iniziativa è assoluto perché è coerente con la nostra filosofia e con le nostre ambizioni professionali, che fatichiamo a portare avanti in un settore che ci considera dei professionisti "accessori" che possono permettersi di lavorare gratis. Un atteggiamento simile porta a due conseguenze molto gravi: la svalutazione delle competenze delle professioni culturali ed una gestione approssimativa e senza strategia del nostro patrimonio.
Il volontariato, infatti, deve essere un'attività collegata ad un piano di promozione e di sviluppo culturale basato su progettazioni e lavoro competente. Solo in questo modo diventa utile e soprattutto fondamentale per la crescita economica del settore in tutti i suoi aspetti.
A sostenere attivamente la campagna di "Mi Riconosci?" ci sono diverse realtà cittadine e nazionali, il prezioso contributo di Marta Fana, ricercatrice e autrice del libro "Non è lavoro, è sfruttamento" e il Gruppo Rete della Conoscenza.
Il programma della giornata, che si replicherà a Roma il 24 Gennaio con un secondo appuntamento, prevede oltre alla presenza degli attivisti del gruppo, la partecipazione di ospiti d'eccezione come la già citata Marta Fana, Christian Raimo, giornalista di Internazionale e dell'archeologa Ada Gabucci.
"Mi Riconosci?" nasce nel 2015 come gruppo attivo di professionisti dei beni culturali con l'obiettivo di portare ad un riconoscimento delle professioni culturali e di promuovere una valorizzazione e una riqualificazione dei titoli di studio collegati alla cultura.
In questi due anni ha dato vita a diverse iniziative online e offline per alimentare queste mission e adesso arriva ad una concreta proposta di legge che mira alla regolamentazione del volontariato culturale al fine di fermare il lavoro gratuito, attualmente perpetrato da leggi dello stato italiano che non tengono conto dell'importanza delle professioni culturali e del loro ruolo all'interno di una strategia di crescita culturale.
Noi di Sm-Art People abbiamo trattato l'argomento del volontariato culturale più volte sul nostro blog, denunciando questa situazione diventata insostenibile per chi desidera lavorare nella cultura. Per questo motivo il nostro sostegno a questa iniziativa è assoluto perché è coerente con la nostra filosofia e con le nostre ambizioni professionali, che fatichiamo a portare avanti in un settore che ci considera dei professionisti "accessori" che possono permettersi di lavorare gratis. Un atteggiamento simile porta a due conseguenze molto gravi: la svalutazione delle competenze delle professioni culturali ed una gestione approssimativa e senza strategia del nostro patrimonio.
Il volontariato, infatti, deve essere un'attività collegata ad un piano di promozione e di sviluppo culturale basato su progettazioni e lavoro competente. Solo in questo modo diventa utile e soprattutto fondamentale per la crescita economica del settore in tutti i suoi aspetti.
A sostenere attivamente la campagna di "Mi Riconosci?" ci sono diverse realtà cittadine e nazionali, il prezioso contributo di Marta Fana, ricercatrice e autrice del libro "Non è lavoro, è sfruttamento" e il Gruppo Rete della Conoscenza.
Il programma della giornata, che si replicherà a Roma il 24 Gennaio con un secondo appuntamento, prevede oltre alla presenza degli attivisti del gruppo, la partecipazione di ospiti d'eccezione come la già citata Marta Fana, Christian Raimo, giornalista di Internazionale e dell'archeologa Ada Gabucci.
Daniela Pietrangelo, educatrice museale attivista di "Mi Riconosci?" in merito alla proposta dichiara:
Bisogna dunque agire presto per fermare questa situazione che davvero ci sta sfuggendo di mano e fare pressione sugli organi di governo affinché possano porre l'attenzione su una riqualificazione delle professioni culturali.
Le Sm-Art People si schierano in prima linea per mettere al centro la cultura e le persone che hanno studiato per tutelare e gestire il patrimonio culturale con competenza, attenzione e strategia. Vi terremo aggiornati sui vari passaggi e le evoluzioni del progetto, che potete seguire sulla pagina Facebook "Mi Riconosci?Sono un professionista dei beni culturali" .
Potete inoltre condividere questo articolo e far sentire il vostro appoggio al gruppo organizzatore attraverso condivisioni, commenti ed attività sul web.
“La nostra proposta di legge non vuole eliminare il volontariato, ma il lavoro gratuito. Il volontariato sano va incentivato e apprezzato, ma come spiegheremo alla conferenza, alcune leggi promulgate dallo Stato Italiano nei decenni passati hanno creato una realtà del tutto illogica e pericolosa, in cui i volontari fanno concorrenza al ribasso su professionisti e lavoratori, e varie associazioni che operano nel settore culturale possono facilmente incamerare migliaia e migliaia di euro di profitti utilizzando il lavoro di volontari, come testimonia il caso recentemente emerso di Napoli Sotterranea”
Bisogna dunque agire presto per fermare questa situazione che davvero ci sta sfuggendo di mano e fare pressione sugli organi di governo affinché possano porre l'attenzione su una riqualificazione delle professioni culturali.
Le Sm-Art People si schierano in prima linea per mettere al centro la cultura e le persone che hanno studiato per tutelare e gestire il patrimonio culturale con competenza, attenzione e strategia. Vi terremo aggiornati sui vari passaggi e le evoluzioni del progetto, che potete seguire sulla pagina Facebook "Mi Riconosci?Sono un professionista dei beni culturali" .
Potete inoltre condividere questo articolo e far sentire il vostro appoggio al gruppo organizzatore attraverso condivisioni, commenti ed attività sul web.
“L’appuntamento è per tutta la cittadinanza, pensiamo che questa legge sia una legge di civiltà che nessuna forza politica può osteggiare: si tratta di proposte logiche e ovvie, a favore di una maggiore occupazione, di una maggiore qualità dei servizi di Musei, Biblioteche e Archivi, di cui beneficerebbe l’intera cittadinanza, e di una maggiore qualità del volontariato culturale, non più ridottO a tappabuchi ma a reale valore aggiunto per il Patrimonio Culturale italiano.” Flavio Utzeri, attivista di Mi Riconosci?Sono un professionista dei beni culturali
Save the date smartiani e ... #being #smartpeople, being #culture
Author : Unknown
E luce fu: gli Uffizi illuminano Casal di Principe (CE)
Quando nasci in provincia di Caserta, il nome Casal di Principe ha un significato aleatorio.
Appartiene ad un non luogo, qualcosa che c'è ma che non si deve vedere. Ti porti dietro questo dubbio fino a quando non cominci a capire e quando lo fai, ti rassegni alla cosa.
Appartiene ad un non luogo, qualcosa che c'è ma che non si deve vedere. Ti porti dietro questo dubbio fino a quando non cominci a capire e quando lo fai, ti rassegni alla cosa.
Un po' come tutta la provincia, vivi nella consapevolezza di essere un prolungamento di Napoli o addirittura un appartamento della Reggia di Caserta, senza capire che la provincia conta quasi 200 comuni, multinazionali, territori eccezionali e prodotti unici al mondo (tipo la mozzarella di bufala).
Al bando Capua, l'altera Roma, il grande Spartaco e la Teano (attuale Vairano Patenora) di un certo incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele; nell'immaginario generale sei quell'angolo d'Italia tra Napoli e la Reggia.
Al bando Capua, l'altera Roma, il grande Spartaco e la Teano (attuale Vairano Patenora) di un certo incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele; nell'immaginario generale sei quell'angolo d'Italia tra Napoli e la Reggia.
Leggere, quindi, di una mostra a Casal di
Principe (CE), di primo acchito mi ha lasciata un po’ perplessa.
Ho pensato, nel mio pessimismo leopardiano, che fosse uno di quei progetti inseriti nelle buone intenzioni dei "farò".
Il 21 giugno del 2015, però, il sogno è diventato realtà e a Casa Don Diana è stata inaugurata la mostra “La luce vince l'ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe”, con
la partecipazione della Galleria degli Uffizi, sotto la direzione di Antonio
Natali, e la collaborazione di numerosi musei locali e diverse associazioni.
Tra queste vi è l’ANISA
(Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte), presieduta da Irene
Baldriga, colei che ha ispirato questo post e che mi ha fatto ritrovare la
spinta a parlare ancora una volta di cultura e della sua fondamentale importanza
per la formazione e la diffusione della conoscenza.
![]() |
Copia di Incredulità di S.Tommaso, Caravaggio |
Il suo discorso all'inaugurazione
della mostra, che potete leggere integralmente al link, affronta temi cari
alle sm-Art People e alle convinzioni che mi hanno spinta anni
addietro a scegliere di specializzarmi in beni culturali.
L'idea morbosa che sin da piccola mi perseguita è quella di diffondere un modo di vedere il mondo che passi necessariamente per la cultura, nello studio del passato, nell'analisi del presente e nella creazione del futuro.
So che è un progetto ardito, quasi presuntuoso, ma nel cuore porto il peso di grandi personaggi che prima di me hanno auspicato un simile progetto.
Su tutti cito Pier Paolo Pasolini, collegandomi e approvando in toto la riflessione che Irene fa nel suo discorso.
Il grande scrittore (e non solo), in una poesia dedicata ad Attilio Bartolucci, scrive:
"Chi non la conoscerà, questa superstite terra,
come ci potrà capire? Dire chi siamo stati?"
A Attilio Bartolucci, 1959
Il patrimonio, inteso come valore
assoluto di ogni civiltà, è il punto di partenza imprescindibile di tutti noi. Riuscire a leggere il territorio che ci circonda nella sua storia e nei suoi simboli è il primo passo non solo per conoscere se stessi ma per essere in grado di capire gli altri e dare al proprio contesto una sfumatura diversa.
Perché gli Uffizi nella martoriata Casal di Principe a ridare luce alle tenebre?
Il collegamento ce lo da proprio la storia, che ci offre un ponte tra le due realtà, diverse eppure così simili.
Ricordate la strage di via dei Georgofili?
Nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993 esplose un'autobomba, proprio nei pressi della Galleria degli Uffizi e dell'Accademia dei Georgofili. Morirono 5 persone, crollò la Torre dei Pulci, vennero colpite alcune sale degli Uffizi e il corridoio Vasariano e il 25% delle opere coinvolte fu danneggiato. Alcuni capolavori sono andati perduti per sempre. Ecco a voi l'elenco, per non dimenticare:
Il Concerto musicale di Bartolomeo
Giocatori di Carte di Bartolomeo Manfredi
L'adorazione dei Pastori di Gherardo Delle Notti
Aquila di Bartolomeo Bimbi
Avvoltoi, gufi e beccaccia di Andrea Scacciati
Scena di caccia di Francis Grant
Grande cervo in una palude di Edwin Landseer
L'attentato fu di stampo mafioso e si inserisce in tutte le azioni della Mafia che portarono all'uccisione di 21 persone e a diversi danni al patrimonio tra gli anni '92-'93.
Lo scopo era quello di colpire al cuore dell'Italia e al centro del nostro patrimonio.
Gli Uffizi, dopo 22 anni, rispondono facendo esplodere la loro metaforica bomba.
Al posto del tritolo parla l'arte, alla criminalità risponde la civiltà, alla rassegnazione rispondono gli 80 volontari che lavorano alla mostra fuggendo gli stereotipi, vincendo la ritrosia e riconoscendosi in un termine, che ne racchiude altri: RINASCITA.
L'associazione a supporto dell'iniziativa, della quale vi segnalo il sito, http://www.rrinascita.it, è l'inizio di un percorso di rinascita che comincia dalla cultura e dalla conoscenza.
Le opere in mostra sono dei capolavori legati al territorio. Si passa dalla Matres Matutae custodita nel vicino Museo Archeologico di Capua, simbolo del territorio casertano, al Fate Presto di Andy Warhol, che riprende la prima pagina del Mattino del 26 novembre 1980, a tre giorni dal terremoto che distrusse l'Irpinia, come monito ad intervenire tempestivamente sul territorio.
I pittori delle restanti 16 opere, tutte tele ad olio, sono o pittori nati in Campania, come Salvator Rosa, o che hanno lavorato in questa regione, al fine di testimoniare l'ispirazione che il territorio ha dato loro e che nel tempo si è mantenuta viva.
In particolare ci si ferma sul rapporto tra luce ed ombra, quindi sulla grande rivoluzione caravaggesca che inaugura un nuovo modo di dipingere e di interpretare le scritture e il mondo.
![]() |
Parabola di S. Matteo, S. Rosa, Museo di Capodimonte |
Non so voi, ma io mi sento sempre più parte di questo progetto.
Vedo gli occhi di Giovan Battista Cavalcaselle che in epoca post unitaria raccoglieva immagini, opere e tradizioni di un paese che è unito dalla sua storia millenaria e dalla sua arte senza tempo. Il suo intento era la tutela di quest'eredità perché potesse essere custodita ed interpretata dalle future generazioni. Nulla si doveva perdere di ciò che eravamo perché è la radice di ciò che siamo.
Vedo gli occhi di Giovan Battista Cavalcaselle che in epoca post unitaria raccoglieva immagini, opere e tradizioni di un paese che è unito dalla sua storia millenaria e dalla sua arte senza tempo. Il suo intento era la tutela di quest'eredità perché potesse essere custodita ed interpretata dalle future generazioni. Nulla si doveva perdere di ciò che eravamo perché è la radice di ciò che siamo.
Vedo, poi, Roberto Longhi, il maestro di chi studia storia dell'arte, che considera la storia dell'arte la nostra vera lingua, ciò che ci unisce e ci rende una nazione. Insegnare la storia dell'arte nelle scuole è un dovere civico per le future generazioni che solo in tal modo sapranno riconoscere i simboli della loro civiltà e saranno stimolati, direttamente o indirettamente, ad eguagliare le eccellenze.
Vedo, infine, il "paesaggio culturale" caro a Pier Paolo Pasolini, secondo il quale i luoghi di ogni parte d'Italia sono la rappresentazione vivida della nostra storia e un aspetto irrinunciabile della nostra vita. Lui che, unico nel suo genere, ha inserito nei film e in ogni sua opera le grandi opere d'arte che dell'esaltazione dei paesaggi sono l'emblema.
Se dobbiamo ripartire, allora facciamolo con la cultura, partendo dalla nostra storia senza dimenticare il passato, senza fuggire le nostre ombre, ma vincendole, con la luce della conoscenza.
Non ci si deve chiedere se è giusto inserire o meno la storia dell'arte, la musica e le discipline artistiche nei piani didattici, ma ci si deve piuttosto interrogare sui metodi di insegnamento e di diffusione delle conoscenze
Non dobbiamo vantarci dei musei, delle scuole di restauro, delle professioni culturali e poi non tutelarle.
Allo stesso modo, non dobbiamo soccombere alle cose, sopprimere i nostri sogni perché tanto poi non si avverano.
Le cose possono cambiare. Le cose devono cambiare.
A Casal di Principe ci stanno provando.
Voglio ancora crederci, e voi?
La mostra è visitabile fino al 21 ottobre. Si organizzano autobus da tutta Italia.
Online potete trovare indicazioni alla pagina facebook dell'evento: https://www.facebook.com/events/958596754165123/
Author : Unknown
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Quando si può parlare di Museo Digitale?
Stamattina ho attivato la modalità Social Addicted.
Sveglia alle 08, colazione abbondante, pc e collegamento streaming.
Motivo? Assistere all'incontro svoltosi a Roma durante la "Social Media Week" dal titolo evocativo "Museo Digitale".
La curiosità era tanta e il desiderio di sentirsi parte (almeno virtualmente) di un gruppo che lavora al digitale ancora di più.
Si comincia col solito quarto d'ora di ritardo.
La partenza è inquietante: parte il video per niente accattivante dedicato alla valorizzazione dei musei, promosso dal ministro Dario Franceschini qualche mese fa.
Ho quasi paura di ciò che mi aspetta!
Dopo questo esordio non proprio esaltante, però, devo ammettere che la discussione è andata avanti con brevi interventi, ben strutturati e principalmente informativi che mi hanno stimolata.
Con la mia inguaribile fiducia nel mondo e nelle persone, nonostante la mia apparenza brontolona, ho deciso allora di raccogliere info ed invitarvi alla partecipazione!
Mi soffermerò, infatti, su due interventi nello specifico (qui il programma completo e gli speaker).
Il primo è della dott.ssa Maria Teresa Natale, coordinatrice dell'Otebac (Osservatorio Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali) che parla di dieci anni di lavoro (?) da parte del Ministero per creare strumenti a disposizione dei musei e delle strutture culturali.
Si sofferma, in paticolare, su MOVIO, un software open source per realizzare mostre virtuali, il cui codice sorgente è richiedibile dalle istituzioni culturali attraverso un modulo disponibile online e le informazioni per l'utilizzo sono scaricabili direttamente dal sito.
Non mi esprimo sulle funzionalità perché non posso accedervi, ma chiedo a chi eventualmente ha avuto accesso di poter effettuare un feedback.
Il secondo progetto, invece, è quello che da il titolo all'intervento e che, appunto, è il cuore dell'evento.
Si tratta di MuD (Museo Digitale), progetto (cosa vorrà mai dire questa parola!) promosso dal Mibact in collaborazione con Ales SPA, azienda in home del Ministero. A presentarlo la dott.ssa Simona Cardinali, responsabile comunicazione in Ales SPA e il cosiddetto Gruppo MuD, del quale interviene Serena Cinquegrana.
Sembra un prodotto rivoluzionario che mira a coinvolgere gli attori della filiera culturale sia nel processo creativo sia nella formulazione di progetti condivisi e partecipati, ovviamente con una parte fortemente #social e #digitale.
Dalla copertina della pagina Facebook di Ales SPA, che conta ben 243 fans (strategie digitali che funzionano), si legge il motto del progetto:
"Idee a confronto per l'innovazione del Web Culturale"
Esaltata dallo stesso, vado sul sito, visto che sui social (twitter e facebook) non ho trovato nulla nonostante gli inviti a twittare e condividere idee e proposte per il Museo Digitale.
E lì l'esaltazione si è trasformata nell'ennesima delusione.
Il sito, per niente accattivante e innovativo dal punto di vista della grafica e del template, è ricco di "Lorem Ipsum Dolor".
Per chi di voi non ha mai realizzato un sito o semplicemente non lo sa, il "Lorem Ipsum", come ci dice Wikipedia è:
Presentare un progetto all'interno della Social Media Week con esaltazione e contentezza e poi avere visibili sul web solo delle bozze, che senso ha?
Dove sta la strategia comunicativa? Dove sta la progettazione di cui tanto vi vantate?
La comunità di lavoratori del settore, degli appassionati, dei fruitori dovrebbe aiutarvi a rispondere alla domanda "Quando si può parlare di Museo Digitale?", come avete più volte sottolineato.
Come, però, posso essere spinto a tale partecipazione, di fronte ad un risultato del genere?
Parte allora la mia controproposta.
Io vi chiedo: quando si può parlare di un Ministero che lavora davvero per il proprio patrimonio e non con del fumo negli occhi?
Chiedete competenze assurde nei vostri pochissimi bandi (sottopagati quando siamo fortunati!) e poi i vostri collaboratori non hanno neanche la decenza di scrivere i testi per il sito; ma hanno la presunzione di presentarlo in un contesto social e digitale molto avanzato.
Come si può credere nella cultura di fronte a simili scivoloni? Queste sono le basi della comunicazione. Ponetevi le domande giuste e, soprattutto, ascoltate le risposte.
Lavoro nel web marketing ormai da diversi anni e intorno a me vedo tantissime persone competenti che dal basso e con le proprie energie riescono a mostrare il giusto volto della cultura.
I ragazzi di "Invasioni Digitali" sono venuti con dei fatti, non con delle parole; hanno parlato di persone coinvolte, di luoghi invasi e partecipati da chi nel museo vuole lasciare qualcosa.
Cosa fare #smartiani? Come reagire a tutto questo?
Io, ormai, ho davvero poche speranze, se non quelle della testa bassa e lavorare.
E poi internet, la possibilità di poter scrivere e dire cosa c'è che non va. Come in questo post. Che si, si perderà nel mare magnum di internet, ma che se anche avrà raggiunto e coinvolto una sola persona sarà un piccolo passo.
PS: Alle ore 16:00 il sito risulta "not found"!!!
Dopo le mie segnalazioni (ed immagino di altri che hanno seguito l'evento) sui social, MIRACOLOSAMENTE online non risulta più nulla di quella bozza di sito e mi viene detto su Facebook che si tratta di un progetto e che non ha ancora link diretti.
Ripeto: di cosa stiamo parlando, allora, di aria fritta?
Mi hanno invitata ad eventi futuri nei quali poter contribuire alla realizzazione del progetto ed avere maggiori informazioni.
Vi terrò aggiornati!
"un testo segnaposto utilizzato da grafici, designer, programmatori e tipografi a modo riempitivo per bozzetti e prove grafiche[1]. È un testo privo di senso, composto da parole in lingua latina, riprese pseudocasualmente da uno scritto di Cicerone del 45 a.C. [..] In informatica è usato molto frequentemente come testo riempitivo nelle prove grafiche di pagine web e come dati fittizi nella prova di funzionamento dei database"Che dire? A voi l'ardua sentenza.
Presentare un progetto all'interno della Social Media Week con esaltazione e contentezza e poi avere visibili sul web solo delle bozze, che senso ha?
Dove sta la strategia comunicativa? Dove sta la progettazione di cui tanto vi vantate?
La comunità di lavoratori del settore, degli appassionati, dei fruitori dovrebbe aiutarvi a rispondere alla domanda "Quando si può parlare di Museo Digitale?", come avete più volte sottolineato.
Come, però, posso essere spinto a tale partecipazione, di fronte ad un risultato del genere?
Parte allora la mia controproposta.
Io vi chiedo: quando si può parlare di un Ministero che lavora davvero per il proprio patrimonio e non con del fumo negli occhi?
Chiedete competenze assurde nei vostri pochissimi bandi (sottopagati quando siamo fortunati!) e poi i vostri collaboratori non hanno neanche la decenza di scrivere i testi per il sito; ma hanno la presunzione di presentarlo in un contesto social e digitale molto avanzato.
Come si può credere nella cultura di fronte a simili scivoloni? Queste sono le basi della comunicazione. Ponetevi le domande giuste e, soprattutto, ascoltate le risposte.
Lavoro nel web marketing ormai da diversi anni e intorno a me vedo tantissime persone competenti che dal basso e con le proprie energie riescono a mostrare il giusto volto della cultura.
I ragazzi di "Invasioni Digitali" sono venuti con dei fatti, non con delle parole; hanno parlato di persone coinvolte, di luoghi invasi e partecipati da chi nel museo vuole lasciare qualcosa.
Cosa fare #smartiani? Come reagire a tutto questo?
Io, ormai, ho davvero poche speranze, se non quelle della testa bassa e lavorare.
E poi internet, la possibilità di poter scrivere e dire cosa c'è che non va. Come in questo post. Che si, si perderà nel mare magnum di internet, ma che se anche avrà raggiunto e coinvolto una sola persona sarà un piccolo passo.
PS: Alle ore 16:00 il sito risulta "not found"!!!
Dopo le mie segnalazioni (ed immagino di altri che hanno seguito l'evento) sui social, MIRACOLOSAMENTE online non risulta più nulla di quella bozza di sito e mi viene detto su Facebook che si tratta di un progetto e che non ha ancora link diretti.
Ripeto: di cosa stiamo parlando, allora, di aria fritta?
Mi hanno invitata ad eventi futuri nei quali poter contribuire alla realizzazione del progetto ed avere maggiori informazioni.
Vi terrò aggiornati!
Author : Unknown
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