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Luoghi smartiani: favole moderne a Minerbio (BO)

Quando in un grigio week-end di gennaio ti avventuri per la Bassa in cerca di emozioni, là dove la via di San Donato attraversa la “piantata padana”, eccolo ergersi maestoso e camaleontico l’antico castello dei Manzoli, a Minerbio (BO)

S.Martino 

Le cortine, il mite fossato e le torri merlate di certo gli conferiscono un aspetto fiabesco.
La struttura attuale, dotata di ben quattro torri angolari e di un doppio ponte levatoio, sorse nel 1411 sulle briciole di una precedente torre difensiva chiamata Torre degli Ariosti (XIII secolo).
Alla fine dell’Ottocento, già proprietà dei Cavazza, subì gli interventi di restauro più incisivi per mano di Tito Azzolini e Alfonso Rubbiani, che per la prima volta, sulla scorta dei principi del Eugene Viollet-le-Duc, applica un restauro conservativo, ma anche integrativo, delle parti mancanti.


S.Martino 2
Fin dal XVI secolo crebbe intorno al castello un brulicante borgo di artigiani e mercanti, tanto che nel 1684 venne costruito lungo tutta la spianata che porta alla ricca dimora un massiccio portico in grado ospitare al coperto l’importante Fiera d’Ottobre, che riprende vita ancor oggi ogni primo week-end del mese, quando il castello, attualmente dimora privata, viene aperto al pubblico.

Arrivederci allora alla fine della prossima estate, quando potrò finalmente condividere i segreti di questo imperioso scrigno di pietra senza rischiare d’esser ripresa dalle telecamere di sorveglianza come presunta, imbranata, pantera rosa

NB: Foto di Sara Armaroli 

Missioni smartiane: Regali a Palazzo: cronaca di un'avventura smartiana

Quando insegui un sogno, il segreto per non soccombere alla fatica, alle negatività e alla rassegnazione è chiudere gli occhi e lasciarsi andare. Facile, direste voi, eppure è così difficile abbassare le palpebre e sognare quando nella vita sembra che ti manchino appigli e soprattutto che la tua serenità sia continuamente minata dal demone interiore della ricerca di se stessi.

Questo lo spirito con cui mi sono trascinata in stazione dirigendomi a "Regali a Palazzo" (http://www.regaliapalazzo.it/), manifestazione a cui le sm-Art People sono state invitate a seguito della selezione al concorso  GITA, iniziativa regionale per la promozione e l'avviamento delle nuove imprese (http://www.progettogita.net/#).



Parto: 60minuti e avrei rivisto Bologna. Che effetto mi avrebbe fatto? Una città che ho amato dal primo momento, uno scrigno di cultura che ti accoglie tra le sue braccia dandoti quello che ha di più prezioso: la sua storia.
Arrivo: Bologna è già in stazione. Luogo di storia d'Italia, snodo ferroviario, cuore pulsante della città.
Esco dalla stazione: autobus, taxi, semaforo. La triade che ti accoglie e che ti dice: "Bentornata".
All'improvviso so che sono lì per un motivo: a Bologna tutti vengono per un motivo. Studio, sport, economia, cultura, musica. Io ero lì per inseguire il mio sogno e lo avrei fatto dalle stanze di Palazzo Re Enzo, tra il Nettuno e la chiesa di san Petronio, nella celeberrima piazza maggiore, fissata nell'eterno di una canzone "Piazza Grande" che risuona nella mia testa ogni volta che la varco.
Guidata dai portici di via Indipendenza (nome più evocativo non poteva esserci per il corso principale della città) mi dirigo alla sede dell'esposizione. Uno sguardo alle torri, un saluto alla Piazza e si entra in scena.



Un tavolo, due sedie, un pannello bianco pronti ad aspettarmi nel luogo assegnatomi.
Come rendere Tùkè, un cultural social network, tangibile? Di che materia sono fatti i "web dream"? Queste le domande di fronte a quello spazio vuoto. Mano in borsa: pc, pennarelli, post-it, fogli A4 bianchi. E io, smartiana DOC, con tutta la mia buona volontà. Ne viene fuori un collage colorato, semplice e in fieri come un'opera di Boccioni.
Arrivano le autorità. Giacche, cravatte, tailleur e tubini sfilano davanti ai miei occhi. Dietro di loro telecamere e fotocamere pronte a riprendere e a scattare. Mi alzo in piedi, davanti a me un signore con lo sguardo curioso. Non ho idea di chi sia, scoprirò poi che si tratta del presidente regionale di CNA. Spiego il mio progetto, distinguendo bene cosa intendo per cultura e giustificando la mia presenza dato che il campo d'azione include anche l'artigianato artistico. Rincaro la dose sottolineando che questo è il primo strumento che si occupa specificatamente della cultura e che è davvero singolare che in uno stato che fa dell'artigianato e della cultura il proprio "core business" non ci sia neanche un'associazione di categoria per le professioni legate alla cultura, né un settore in CNA per le professioni web e la creatività digitale.
Silenzio di tomba. Risposta: "Non molli questo progetto, la passione che leggo nei suoi occhi la porterà lontano". Eccolo! E' il momento in di abbassare le palpebre e sognare. Per un attimo lo faccio e lo sento vivo il mio sogno, ne avverto la prepotenza nel mio animo. Una stretta di mano e si torna alla realtà.
Intorno a me vestiti cuciti da mani esperte, bomboniere realizzate con fantasia ed eleganza, fragranze mescolate ricordando gli odori dei viaggi e armi di altri tempi restaurate e riprodotte artigianalmente.


Primo passo: cos'è Tùkè in tutta questa materialità? E' l'unione, lo strumento che può dare valore a queste attività immettendole nel Web! Ed ecco che mi ritrovo a presentami come promotrice della loro attività. Prima di tutto collaborazione.
Secondo passo: come posso allora farmi conoscere e dare io valore a quello che faccio, considerati gli sguardi alienati che provengono dagli "umarell" (non me ne vogliano i bolognesi per il dialetto magari scritto sbagliato), ossia i vecchietti, che transitano davanti al banchetto? Basta dire "strumento di valorizzazione sul Web" e subito salta su un bolognese doc che dice "e lo leggevo sul Carlino due giorni fa che il futuro è il Web. Sei il futuro, dunque, signorina?".
Bella domanda. Non so se sono il futuro perché il futuro è qualcosa che in questo momento non mi è permesso minimamente di valutare né di mettere in conto. Viviamo in un continuo presente fatto di scelte, sbagliate, controcorrente o forzate. Questi i pensieri che attraversano la mia mente in quel momento. 
Al vecchietto però rispondo così. "Spero di essere il futuro, un futuro accessibile a tutti gli amanti della cultura".
Risposta: "In bocca al lupo".

E crepi sto lupo, crepi finalmente! :)  

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