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Ricordo, speranza o consapevolezza: cosa ci insegna la Giornata della Memoria?


27 gennaio 2018


"Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, 
odo sempre più forte il rombo l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, 
partecipo al dolore di milioni di uomini, 
eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, 
che anche questa spietata durezza cesserà, 
che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità." 

A. Frank, "Il Diario"


Queste parole di speranza furono tra le ultime che Anna Frank lasciò al suo diario.
Dopo qualche giorno fu catturata, deportata e successivamente uccisa



Perché condividere questo passaggio?
Perché Anna è stata capace di guardare oltre il suo mondo blindato, di vedere un futuro di speranza e di ottimismo al di là della tragedia che sapeva di vivere.

Il suo messaggio è universale ed esprime appieno il significato di questa giornata: essere consapevoli della realtà, affrontarla con lo spirito giusto e fissare nella memoria ciò che non deve più ripetersi.
Tutto questo per un unico obiettivo: la speranza di credere sempre nella bellezza del mondo.
La memoria a volte non è così consapevole e spesso si attacca alla visione di chi si impone alla storia, trascinando nell'oblio ciò che non conviene. 
La speranza invece non svanisce mai. E di fronte alla crudeltà dell'uomo, il nostro dovere è di comprenderne la tragedia  e andare avanti affinché non si possa più rivivere.
E noi guardiamo con ottimismo al nostro futuro.

Cos'è la Giornata della Memoria
Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Russa entrano ad Auschwitz, liberando il campo di concentramento. Davanti ai loro occhi si stava profilando il più raccapricciante degli spettacoli.
L'uomo aveva realizzato la più crudele delle barbarie e da quel giorno il mondo non sarebbe stato più lo stesso.
Nel 2005, a 60 anni dalla macabra scoperta, le Nazioni Unite stabiliscono il 27 Gennaio come Giornata della Memoria per le vittime dell'Olocausto.
Nel 2009 l'Unesco inserisce il "Diario" di Anna Frank nell'elenco delle Memorie del Mondo.

Le Sm-Art People si uniscono alla commemorazione

per non dimenticare il dolore
per rispettare la sofferenza di intere generazioni
per continuare a sperare in un mondo migliore.

#Giornatadellamemoria #Shoah

Risolto l'enigma di Magritte grazie ai Raggi X



L'enigma di Magritte è legato al dipinto di Renè Magritte "la Posa Incantata" realizzato nel 1927 e che fu tagliato dal pittore stesso nel 1932 per ricavarne quattro quadri più piccoli.

Le analisi ai raggi X hanno consentito di trovare l'ultimo frammento del quadro, che a questo punto può essere virtualmente ricostruito per compiere studi su quel periodo della vita del pittore.
David Strivary, direttore dell'Università di Liegi, ritiene infatti che il pittore:
"abbia distrutto questo quadro perché attraversava una profonda crisi economica. Siamo a cavallo tra la fine degli anni venti e l’inizio degli anni trenta e non aveva soldi. Tornava da Parigi con le tasche vuote e iniziò a riciclare i vecchi quadri, quelli che non amava o dei quali non era contento. E ha tagliato quest’opera in quattro parti”.  

Averlo a disposizione nella sua completezza è dunque un tassello importante per conoscere ancor meglio la vita del pittore.


Il frammento è stato rinvenuto a Bruxelles, nella parte posteriore di "Dio non è un santo", un dipinto ad olio realizzato dall'artista tra il 1935 ed il 1936. Il primo pezzo era stato trovato al Museo di Arte Moderna di New York, sotto il dipinto "Il ritratto" nel 2013; il secondo a Stoccolma ed il terzo a Norwich.
Quest'ultimo passaggio consente di ricomporre il puzzle e di donare alla storia dell'arte un altro interessante contributo storico artistico. L'episodio dimostra ancora una volta inoltre quanto sia importante la tecnologia per la cultura in quanto consente di scoprire aspetti delle opere che altrimenti sarebbero rimasti nell'oblio.
L'importante scoperta infine cade proprio nell'anno dei festeggiamenti per i 50 anni dalla morte del pittore belga. Ciò riempie d'orgoglio i suoi concittadini e tutti gli enti che stanno organizzando numerose iniziative in tutta la nazione.

Su La Stampa il video che vi racconta la scoperta supportato dalle immagini del ritrovamento.





#4C: la formula della Cultura

Le sm-Art People tornano dall'altra parte della barricata, in veste di moderatrici e organizzatrici di un evento in quattro puntate matematicamente smartiane!
Si parla di formule, e si parla di Cultura!
Vi abbiamo spaventati?
Non lasciatevi scoraggiare! La soluzione della formula non è data da complesse elaborazioni matematiche, ma da un'illuminante riscoperta di 4 verbi, le 4 C, che nella giusta miscela possono valorizzare al massimo Cultura, patrimonio e arte!



La formula è presto svelata!
CURIOSARE
CREARE
CONDIVIDERE
COMUNICARE
sono i  4 verbi che ci affiancheranno in questo spiare il camminare della cultura lontano dalle mura del mondo universitario, dove tutto è correre dietro agli esami, al numero di pagine da studiare, ai crediti da accumulare.. lontano dalle pareti spesse (e spesso sorde) delle amministrazioni culturali... lontano dalla nebbia che avvolge la cultura nella quotidianità del comune uomo della strada.

Siamo riuscite a incuriosirvi?
Seguite le rivelazioni e le novità sui nostri canali social e sul nostro blog, ma iniziate a riservare in agenda due ore con noi (e non solo) martedì 10 marzo, martedì 17 marzo e martedì 24 marzo dalle ore 14 e martedì 31 marzo dalle ore 16.

Dove? Ci incontriamo al Palazzo dei Congressi, Largo Firenze 1, nella ridente Ravenna.

E non dimenticate i nostri hashtag #4C e #smartpeople per partecipare al contest fotografico!

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