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Curiosità smartiane: Bansky è tornato: stencilmania e riflessioni estemporanee

Andate sul suo sito: troverete il suo nome che annuncia due immagini.
Bansky è tornato.


Dall'oscurità di un muro emergono due amanti che si abbracciano, ma sono altrove.
Mi chiedo se questo abbraccio sparisca con la luce del sole, così come il tempo di un abbraccio, per tornare alla sera, quando le nostre giornate si distendono.
Dove sia questa nuova opera, non si sa.
Se mai la vedremo nella nostra vita, non si sa.
Se nell'eventualità ci passassi davanti potessi riconoscerla e non essere anche io troppo distratta da quell'aggeggio luminoso e che distrae, non si sa.

Che sia l'inizio di un altro progetto alla Bansky?
O si tratta di un isolato episodio di stencilmania?

Ditemi quel che volete, ma a me lui piace.
Mi piace il modo con cui rivendica attenzione su tematiche sotto gli occhi di tutti.
Bansky ci ritrae ipocriti e distratti, scatta fotografie della nostra società, la descrive stimolando la nostra sempre più irrilevante educazione all'immagine.

Perché ritrarre la distrazione in un momento di intimità?
Ci riempiamo di distrazioni, ci svuotiamo di calore umano.

Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch'è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza
Fahrenheit 451, Ray Bradbury, 1966 



E i due amanti, tanto felici non sembrano.


Artisti smartiani:Stand #withSyria


“The greatest crimes in the world 
are not committed by people breaking the rules 
but by people following the rules. 
It's people who follow orders that drop bombs and massacre villages” 









Un borderliner del suo tempo, che con azioni intrise della sua arte si riprende il suo “ruolo” di artista, il coraggio di prendere una posizione forte, il coraggio di denunciare.
Qualche mese fa Bansky ha dichiarato guerrilla a New York, ora collabora con il dj britannico Idris Elba per la realizzazione di un video per denunciare la situazione siriaca che va ormai avanti da 3 anni.
Nel labirinto delle comunicazioni dove far sentire la propria voce è sempre più difficile, in questo mondo che intimorisce le grida più profonde, in un tempo in cui gli artisti perdono la loro direzione e troppo spesso tacciono, nascosti dietro il velo liquido dei caratteri dei monitor, bisognerebbe  riprendersi il coraggio di esporsi con la propria voce.
Lui lo fa.




Bansky: Better Out Than In, cartoline dalle strade di New York

"Alcune persone diventano dei poliziotti 
perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. 
Alcune diventano vandali 
perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere"

Bansky è un writer inglese, nato a Bristol nel 1974, da anni si aggira per le città con i suoi attacchi di guerrilla urbana ed è tornato all'opera, in Bansky style, a New York.



1 Ottobre: Manhattan


Sul suo sito compare l'annuncio:
"For the next month Banksy will be attempting to host 
an entire show on the streets of New York"
"Nel prossimo mese Bansky cercherà di ospitare 
un intero spettacolo per le vie di New York"


Bansky è ufficialmente tornato con tanto di numero verde per la fruizione dello spettacolo da parte dei suoi fan!

"Better Out than In" si ispira forse alla citazione di Cezanne


"All the pictures painted inside, in the studio, 
will never be as good as those done outside" 

"Tutte le immagini dipinte all'interno di uno studio 

non saranno mai come quelle dipinte all'esterno" 


Ogni giorno, per tutto il mese, sul sito vengono postate le sue nuove opere e relativi numeri di telefono e audioguide.

L'immagine rappresentativa dell'apertura del sipario newyorkese di Bansky è sparita: la vita di quel ragazzetto che a piedi nudi libera la bomboletta dal suo divieto, è durata 24 ore. 
Precario equilibrio sulla schiena di un amico, precaria la vita dell'opera, ma la bomboletta spray è liberata dalla sua gabbia chiamata "Graffiti is a crime".
Un gruppo di writers chiamato Smart Crew aveva modificato l'insegna "Graffiti is a Crime" in "Street Art is a Crime" e nella notte, il tutto è stato ricoperto da un velo bianco.

"Davanti a te vedrai un dipinto spray dell'artista. O forse no. Probabilmente è già stato coperto" annuncia l'audioguida.
Realismo? Ironia? Profezia? Parte dello spettacolo dell'artista?

Il secondo atto si apre nel West Side, con una provocatoria argomentazione metropolitana sulla varietà.. degli "accenti"!




Bansky scrive "Questo è il mio accento newyorkese... di solito scrivo così", e noi, subissati dall'arte visiva, non possiamo che cogliere il suono differente di questa scritta, semplice e diretta. Quanti accenti sono presenti nella nostra vita? Come li traduciamo in scrittura? Mostrami i tuoi scritti e scoprirò chi sei!
Genialità o vandalismo? 
Qui le opinioni si dividono in due poli opposti, ma le sue opere sono state venduta con gran successo anche da Sotheby's, e lo spettacolo newyorkese è ormai in scena.

Nella nostra quotidianità siamo presi di mira da battaglie di comunicazione visive ricche di colpi scena. Tra televisione, cartelli pubblicitari, volantini e Web difficilmente riusciamo a tirare le fila di questa complessa evoluzione delle immagini, ma un giorno queste correnti avranno un nome, e probabilmente quello di Bansky rimarrà: amante dell'anonimato, della rivisitazione della città, degli "spettacoli" effimeri, del vandalismo in stile Robin Hood.

Una volta un saggio disse: 
Non esistono uomini perfetti, esistono soltanto intenzioni perfette

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