Posted by : Unknown mercoledì 25 giugno 2014



La prima volta che ho visto un dipinto di Piero Della Francesca (1406/1416- 1492) avevo 18 anni.
Ero a Londra, alla National Gallery e, già innamorata della storia dell’arte, ero lì a vagare tra le opere degli italiani.
In fondo alla sala lo vidi… era così splendido! Ancora adesso se ci penso ho il magone allo stomaco. Quello che mi colpì fu la grazia che governa il dipinto e l’eleganza del s.Giovanni che compie il rito del battesimo. Non mancarono le lacrime che sgorgarono come un fiume in piena in una sorta di sindrome di Stendhal.



Sono passati dieci anni da quell’episodio e la mia passione per l’arte e per questo grande pittore si è alimentata giorno per giorno. L’ho studiato fino in fondo, cercando le radici di quei tratti e le ragioni di quei lineamenti. Il secondo incontro con la sua pittura è stato quello con “La Madonna del parto”, conservata a  Monterchi (AR). 


"Madonna del Parto", Monterchi (AR)

La osservavo curiosa dai manuali immaginando la sensazione che mi avrebbe suscitato dal vivo. Da quel volto e quella popolarità ne è nato il mio progetto di dottorato purtroppo non portato a compimento.
Quest’anno ho finalmente realizzato il mio piccolo sogno, ricevendo in regalo due giorni nella provincia di Arezzo, scorazzando nella Valtiberina (per info) che Piero amò per tutta la sua vita.
Fu un pittore straordinario e un matematico eccellente; con lui la pittura divenne geometria, ricerca prospettica e i volti così profondamente umani diedero la spinta a quell’Umanesimo fiorente che si espanse poi a livello nazionale.
Fu maestro del grande Perugino e venne chiamato in diverse corti italiane a prestare la sua opera. Lavorò anche a Roma, alle Stanze Vaticane, ma i suoi affreschi furono barbaramente eliminati per far spazio al giovane Raffaello Sanzio.
La fama che lo caratterizza, però, è concentrata in questo fazzoletto di terra toscana, tra l’Emilia Romagna, le Marche e l’Umbria che raccoglie storie di confine e apre le porte a paesaggi mozzafiato.
Queste terre sono dei dipinti a cielo aperto, ricche di storia, tradizioni e cultura e osservare i dipinti di Piero nel suo contesto accentua il rapporto tra l’arte e il territorio, dimostrando ancora una volta la fortuna e la ricchezza che la nostra nazione ha rispetto all’asetticità di un museo che, per quanto importante e rinomato, mai potrà restituire l’humus d’origine della produzione artistica.
Piero è nei paesaggi che si scorgono dall'Eremo di Montecasale e dal bellissimo borgo di Anghiari, è nelle vallate che si osservano dalle finestre del Museo della "Madonna del Parto", è nell'odore dei pini, negli sguardi dei leprotti che ti attraversano la strada, è nella luce che illumina la torre di SanSepolcro. 
La "Leggenda della Vera Croce" da lui dipinta nella chiesa di s.Francesco ad Arezzo ha reso il borgo di s. Sepolcro la nuova Gerusalemme grazie a quei paesaggi. E puoi trovarli, li riconosci e ne comprendi la profondità. Non dimentichiamo che in queste zone nacque un altro grande dell'arte internazionale: Michelangelo Buonarroti che nacque a Caprese Michelangelo.


Arezzo

Anghiari (AR)

Riflettiamo profondamente su questi aspetti perché sono peculiari nella costruzione di una consapevolezza storica e sociale che stiamo perdendo. Dare valore a ciò che ci circonda è il segreto per non soccombere. Osservare quelle movenze e quei volti lì dove sono stati concepiti è un valore aggiunto che non tutti possono permettersi.
E di nuovo torna, con una forza rinnovata, quel magone che sentii dieci anni or sono. Emozioni che non si possono descrivere, un amore che non ha bisogno di parole per esprimersi ma che si condensa in uno sguardo in cui gli occhi non possono che luccicare di gioia.
Essere lì per me è stata una vittoria indescrivibile e ha rafforzato la convinzione che vivere di cultura è possibile ed io sono nata per questo. Ogni territorio, ogni singola opera e ogni struttura adibita alla conservazione e alla tutela del nostro patrimonio chiede a gran voce attenzione.
Dalle collezioni allestite in modo scialbo alle informazioni poco chiare, tutto denuncia una carenza strutturale sorprendente. Abbiamo bisogno di nuove forze per tirare su un sistema che, nonostante queste mancanze, ha un richiamo inimmaginabile. Mi sono sorpresa nel constatare che nelle zone visitate la presenza degli stranieri era preponderante. Perché gli stranieri vanno alla ricerca di Piero Della Francesca e gli italiani quasi ne ignorano la grandezza?

Bisogna partire da questo, riflettere sulle necessità e le opportunità di questo paese allo sbaraglio. E’ arrivato il momento di mettersi in gioco e di farlo con le proprie possibilità senza aspettare che arrivi il miracolo dal cielo.
Io sono tornata arricchita da questa esperienza e spronata a fare di più, a dare di più affinché i sogni di quella ragazzina che ero a 18 anni possano davvero concretizzarsi in una realtà che renda la mia vita e quella degli altri piena di valori nuovi di cui riempirsi.


Ultima riflessione: 10 anni fa davanti a quel dipinto ero sola e mi sentivo sola. Stavolta avevo il giusto compagno di viaggio e credo che questo sia un aspetto fondamentale per la vita di tutti.
Avere accanto chi perfettamente comprende cosa fai e perché lo fai è il primo grande passo per essere sm-Art people.
Io sono fortunata, non smettete mai di cercare il vostro compagno di viaggio.

Al prossimo luogo.

- Copyright © sm-Art People Plot - Powered by Blogger