Posted by : Unknown sabato 28 giugno 2014

Il 29 giugno a Roma è festa patronale. Si omaggiano i santi Pietro e Paolo, custodi del cristianesimo e fondatori di questa nuova religione nel primo secolo d.C.

Dal 2008 è stata ripristinata un’antichissima tradizione che si chiama “La Girandola di s. Angelo”, uno spettacolo pirotecnico che si svolge proprio presso il celeberrimo castel s. Angelo a Roma e che riflette luci e fuochi nel maestoso Tevere.

Conoscete, però, l’origine della festa?

Si tratta di un evento promosso da Sisto IV per esaltare il suo pontificato e rendere omaggio alla chiesa romana in una giornata così importante. La prima girandola risale al 1481.

Il papa della Sistina (che però fece decorare Giulio II), il papa che migliorò e ingrandì la Biblioteca Apostolica vaticana e colui che realizzò il Ponte Sisto che consentiva un accesso più facilitato a s. Pietro, passa alla storia anche per questo evento che nei secoli divenne fulcro degli eventi romani.


Lo spettacolo pirotecnico, infatti, proseguì ininterrottamente fino al 1886 e curiose sono le cause della sua interruzione: i danni provocati alle strutture. E non solo aggiungerei.

La potenza dei fuochi ha portato alla lesione e alla rottura di alcuni apparati architettonici, ma ciò che sorprende è che la festa divenne talmente importante che non si esitava ad utilizzare i documenti di archivio della curia per realizzare i cartocci di polvere pirica!

Alla progettazione della girandola parteciparono grandi personalità e artisti come Michelangelo Buonarroti e Gianlorenzo Bernini che ne diedero l’impostazione tecnica e architettonica. Da tutta Europa venivano turisti per assistere all’evento e Charles Dickens ne parla nei suoi scritti.



Nel 2008 l’idea di riportarla in auge è venuta da Giuseppe Passeri che ha eseguito una ricostruzione filologica dell’evento tant’è che i fuochi sono realizzati seguendo le indicazioni dei maestri del Rinascimento. Non manca però la tecnologia e le più sofisticate tecniche di ingegneria per il controllo e la sicurezza dei fuochi.

Si tratta di una manifestazione unica nel suo genere che rende ancora più magica la permanenza nella capitale.

Che dire? Smartiani che siete a Roma cominciate a prendere posto (la migliore visuale è a Ponte Sant’Angelo, Lungotevere Tor di Nona, Lungotevere degli Altoviti, Ponte Vittorio Emanuele II, Ponte Principe Amedeo di Savoia Aosta, Ponte Umberto I e via del Banco di Santo Spirito) e godetevi il cielo brillante di Roma tra statue, profili architettonici, storia, cultura e il Tevere che culla e riflette le luci e i colori dei fuochi della Girandola.
Sappiate che, come sempre in questa città, entrerete nella storia!

Vi lascio con un pensiero in versi di Gioacchino Belli, dedicato alla Girandola del 1934, realizzata il lunedì dell’Angelo:

 Ce fussi a la ggirànnola jjerzera?
Ma eh? cche ffuntanoni! eh? cche scappate!
quante bbattajjerie! Ce fussi a la ggirànnola jjerzera?
cristo, er monno de razzi che nun c’era!
            
    E la vedessiquela lusce nera
c’ussciva da le fiamme illuminate?
Nun paréveno furie scatenate
che vvienissin a ffà nnas’e pprimiera?
             
    E ll’Angelo che stava in de l’interno
10de quer fume co ttutto er zu’ palosso,
nun pareva un demonio de l’inferno?
             
    E ’r foco bbianco? e ’r foco verde? e ’r rosso?
Disce che inzino a cquelli der Governo
je parze avé sti tre ccolori addosso!
cristo, er monno de razzi che nun c’era!
            
    E la vedessi quela lusce nera
c’ussciva da le fiamme illuminate?
Nun paréveno furie scatenate
che vvienissin’ a ffà nnas’e pprimiera?
             
    E ll’Angelo che stava in de l’interno
10de quer fume co ttutto er zu’ palosso,
nun pareva un demonio de l’inferno?
             
    E ’r foco bbianco? e ’r foco verde? e ’r rosso?
Disceche inzino a cquelli der Governo
je parze avé sti tre ccolori addosso![11 che ccannonate!
cristo, er monno de razzi che nun c’era! "

Al prossimo evento smartiano!

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