Posted by : Unknown mercoledì 8 luglio 2015

Torre Eiffel, foto da Huffington Post

Cos' è il diritto di panorama?
Si tratta del diritto di scattare foto, edifici ed opere d'arte quali sculture e monumenti che si trovino in luoghi pubblici, senza infrangere il diritto d'autore.
Non esiste una legislazione unica sul territorio europeo, ma questo diritto è tutelato paese per paese: così, se andate in Francia, Germania, Inghilterra, Portogallo e Spagna non avete problemi, potrete fotografare tutto, ma attenzione! Le installazioni notturne di luci della Torre Eiffel sono tutelate da copyright, pertanto pubblicarne delle immagini è illegale. In Russia e Danimarca solo gli edifici, in Estonia, Lettonia, Lituania e Islanda, tutto purché non sia a fini commerciali.

In Italia il decreto Art Bonus del 2014 (di cui potete leggere le specifiche qui) liberalizza lo scatto e la disseminazione delle immagini sulla rete per scopi di ricerca, studio, personali, non a scopo di lucro.
Anni di battaglie, anni di critiche e lettere per poter finalmente godere di qualche immagine da lontano nell'universo di Internet, fino a quando il 16 giugno 2015, l'europarlementare tedesca Julia Reda propone al parlamento europeo di estendere il diritto di panorama a tutta l'Europa. Mi chiedo se sia un modo per farsi ricordare a lungo.

Oltre a trattarsi di follia in termini di burocratizzazione, quanti rinunceranno a scattare una foto davanti alla bellezza? 

Dopo questa infelice proposta, non poteva tirarsi indietro l'europarlamentare francese Jean-Marie Cavada che chiede che per ogni foto e ripresa di opere protette dal diritto d'autore sia resa obbligatoria un'autorizzazione preventiva del titolare all'uso commerciale.

Reda replica che sarebbe anacronistico richiedere l'autorizzazione al tempo dei social network, come se la prima proposta non venisse da lei stessa, e come tirare un filo tra uso commerciale e non commerciale? 
Facciamo un esempio social: decido di pubblicare sul mio account Facebook una foto che coinvolge il patrimonio culturale, io non ci guadagno, ma non solo abbiamo tutti accettato le condizioni d'uso del social network in cui si autorizza Facebook a sfruttare i nostri contenuti a fini commerciali (Condizioni d'uso di Facebook, sez. 9.1), ma abbiamo dichiarato di avere i permessi per pubblicarli!

Foto di Paolo Cipriani, Getty Museum
Il problema è spinoso perché se questo emendamento dovesse essere approvato significherebbe sia avere la responsabilità di dover sapere o capire chi sia il titolare dei diritti a cui chiedere l'autorizzazione di una benedetta foto, ma anche che siti come Wikipedia dovrebbero eliminare migliaia di contenuti che al momento usano la licenza creative commons, ovvero l'autorizzazione ad utilizzare e riprodurre il materiale purché non sia a fini commerciali. 
Già nel 2007 Wikipedia Italia ha eliminato le fotografie di opere architettoniche di progettisti contemporanei e viventi tutelate dal diritto d'autore (fino a settanta anni dalla morte). Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, commenta e spiega le conseguenze di questa proposta in un articolo pubblicato sul Guardian come una limitazione inaccettabile per il modo in cui si fa cultura e in cui la si condivide oggi.
E io, smartiana, penso che lui abbia ragione: come posso immaginare di cercare informazioni sul patrimonio culturale sul Web e non poter consultare nessuna immagine? Che valore aggiunto potrei trovare in un testo, un articolo, un post, senza nessun riferimento visivo?
Se leggessi un libro legato all'arte e avessi bisogno di cercare un'opera difficilmente in stampa nel mio manuale di storia dell'arte, è pensabile che all'epoca di Internet io non possa trovarne una riproduzione in nessun sito? O che non si prendano cura gli stessi enti preposti alla loro tutela perché questo abisso venga colmato? 
A quante decadi stiamo riportando indietro la libertà e l'accesso alla cultura?

Anni di dibattiti e poi arriva l'Europa. 
Da smartiana non mi aspettavo questo "colpo basso" al patrimonio: immaginate di passeggiare in una piazza, voler scattare una foto, ma... prima dovrete andare in giro a chiedere i permessi e sventolarli sotto il naso dei passanti o di eventuali tutori della legge!
Nel settore culturale, tante iniziative, tra cui Invasioni Digitali, e la stessa licenza Creative Commons, hanno dimostrato con i numeri quanto la condivisione delle immagini stimoli le persone a spostarsi per vedere tanta bellezza: potremmo mai pensare che vedere un'opera d'arte allo schermo sia come vederla dal vivo e respirarne l'essenza? E quando capiremo che le istituzioni sono coloro che devono tutelare e salvaguardare, ma che il patrimonio è della comunità, insomma è nostro?

Ho deciso di salvaguardare ciò in cui credo: firmerò la petizione per fermare questa follia.
Se credete nel diritto alla fotografia, potrete farlo anche voi.
E domani, 9 luglio, quando gli europarlamentari si riuniranno, speriamo di saperne di più.

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