Posted by : Unknown sabato 8 giugno 2013

Ieri prima presentazione pubblica del progetto Web Economy Forum (Wef) a Ravenna, un progetto di cultura digitale per le aziende delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. 
Il progetto sembra confermare che per ricostruire la produttività delle PMI bisogna partire dal basso, da un progetto di crescita collaborativa.
Negli ultimi mesi i media ci raccontano ancora la crisi, analizzano i numeri delle imprese e le notizie sono poco confortanti: a fronte del numero di imprese chiuse e aperte ogni mese in Italia, il saldo è drasticamente negativo, ma ripartire si deve, e si può! 

Il progetto Wef parte dai tre concetti di new economy: digital, internet e Web economy.
Un’ economy sottovalutata che vale il 4% del PIL, sconosciuta a gran parte delle PMI del territorio italiano.
Ma chi è attivo online riporta in media una crescita del 12% del business, del 34% del personale, e una produttività in crescita… lavorare per un'azienda che riesce a dare valore aggiunto al cliente, porlo al centro dell'attenzione, e chiudere in positivo in un periodo di decrescita economica come quello che stiamo vivendo, fa crescere l'autostima dell'imprenditore e dei suoi dipendenti, valore fondamentale per una buona produttività e per la qualità del lavoro!

Giuseppe Giaccardi, ideatore del progetto, nel suo intervento ha sottolineato come la congiuntura negativa che stiamo vivendo, purtroppo, porta all’espatrio dei nostri talenti a cui è difficile chiedere di tornare in Italia "perché non ci sono argomentazioni per riportarli indietro o tenerli qui". Amara e triste verità.
Nella crisi abbiamo bisogno di trasformarci e invertire la rotta.

Le parole chiave sono: ascolto, collaborazione, creatività, porosità, interoperabilità, partecipazione e innovazione sociale.

Webeconomy è visione, distruzione creativa.

Webeconomy è startup, rigenerazione delle industrie tradizionali.

Webeconomy è opportunità, cosmopolitismo, territorio innovativo.

Eppure c’è chi pensa che bisogna ripartire dalle nostre deboli istituzioni che tuttavia non sono in grado di sostenerci e proporci un’alternativa. Siamo noi dal basso a dover ricostruire la nostra nazione, diffondere la cultura della produttività collaborata, nelle PMI come nella Cultura.

Quando i settori produttivi ripartono dal Web per creare rete, sorge spontanea l’idea che questo possa funzionare anche nella Cultura.

E noi sm-Art People ci crediamo, da tempo ci crediamo.
Crediamo in una visione, in una stasi del settore culturale (che parte dalle istituzioni) che possa determinarne la rinascita, in competenze applicate al proprio settore di afferenza, al coinvolgimento del territorio per rafforzarne l’identità e tramandarne le tradizioni. Quelle tradizioni che stanno strette a molti, viste come retrograda reminiscenza di un passato da superare, vanno riviste come scrigno della nostra identità.

La Cultura da preservare con un’innovazione di processo, perché viva nel suo tempo, perché non rimanga a guardare il vortice delle evoluzioni Web, ma possa arrivare alle persone attraverso i processi Web, mobile e sociali che stanno rimodellando le nostre vite. 

Come possiamo smuovere un settore così "vincolato"?
Con un viaggio fatto di persone, di territori, di racconti.
Insieme condividere e tutelare la nostra cultura e la nostra identità con l'aiuto delle tecnologie che non possono più essere svincolate dalla nostra vita.
Le idee non mancano, ma le possibilità a volte sì.
Partiamo insieme per un nuovo viaggio, concediamoci una possibilità di trasformazione.



"Il vero viaggio di scoperta consiste
non nel trovare nuovi paesaggi
ma nell'avere occhi nuovi"
M. Proust

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