Posted by : Unknown sabato 4 maggio 2013


L'Aquila 05 Maggio. "Bello come titolo" pensai la prima volta che lo lessi. Segnai in agenda con scetticismo, ma conservai un briciolo di innata speranza che contraddistingue chi lavora sfogliando pagine ricche di storie, espressioni della natura e schizzi d'umanità. Di chi parlo? 
Degli storici dell'arte. Siamo una categoria poco nota... di quelli che ci mettono davanti ad un dipinto e noi ne disquisiamo per ore, di quelli che frequentiamo una facoltà facile, di quelli che sono fuori dal percorso lavorativo perché con la cultura non si mangia e di quelli che sono lontani, lontanissimi da chi con giacca e cravatta aggiunge tre/quattro lettere al suo titolo di dottore.
E menomale direi perché alla fine noi siamo quelli che "non essere nella categoria è quello che ci piace". Noi non ci esaltiamo di un titolo o di un riconoscimento... noi i titoli li diamo, i riconoscimenti e le attribuzioni preferiamo farli noi e dietro tutto ciò, cari amici, c'è un mondo governato da un unico e imprescindibile desiderio: la conoscenza. Osservare, commentare, valutare, studiare e alla fine elaborare sono solo alcuni dei nostri verbi che compongono una formula unica, un'equazione frutto di una logica tutta nostra, non dettata.
Siamo creatori visionari e progettiamo meccanismi strani facendo puzzle tra eventi, iconografie e personaggi.
Per una volta, però, domani saremo tutti insieme. E osserveremo. E commenteremo. E valuteremo. E studieremo. E, poi, alla fine elaboreremo. Cosa elaboreranno tanti storici dell'arte? Cosa ci aspettiamo? Ognuno lì con la sua formula, con la propria equazione pronto a cambiare il mondo, o meglio per la prima volta a condividerlo. Non lo faremo, però, in lussuosi e patinati hotel; nè in splendide cornici da palazzi
reali; ma a l'Aquila tra le macerie, in una città di cui vogliamo tirare fuori l'anima che è lì fremente in attesa di essere rinvigorita.Ci piacciono le sfide impossibili, i percorsi non standardizzati. Partiamo perdenti, ma abbiamo un messaggio: cambiare si può, con la cultura.
Ci saranno i big, come Salvatore Settis, la mia grande compagna di viaggio con la quale condivido e perfeziono la mia formula, le nuove sognatrici a me tanto care e, infine, ci sarò io, con il mio fagotto, salita su un regionale stracolmo, cambiando su un intercity in tariffa rigorosamente supereconomy ed una valigia, sempre quella, piena di sogni e la solita intramontabile speranza.


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