Posted by : Unknown martedì 23 luglio 2013

23 luglio: Ravenna festeggia il suo patrono Sant'Apollinare, vescovo e santo romano del I secolo d.C. 
A Classe, nel VI secolo, fu eretta una chiesa a lui dedicata, oggi nota come Sant'Apollinare in Classe, ma nel IX secolo le sue reliquie furono spostate in città, nella chiesa di Sant'Apollinare Nuovo, così chiamata in suo onore, sita in via di Roma, al limitare del centro di Ravenna. 
Il santo era diventato il simbolo nazionale della dominazione bizantina in Occidente, e ancora oggi è il patrone dell'urbe bizantina.

Così ieri sera, in onore ai suoi festeggiamenti, mi sono avviata per le vie della città. Arrivata in Piazza XX Settembre, sono rimasta meravigliata dalla quantità di biciclette parcheggiate... una distesa di bici lungo i tre lati della piazza, addossate alla base della colonna dell'aquila, tutte densamente allineate tra loro. 
Si preannuncia una notte di festa affollata, sulle tracce di Sant'Apollinare.

Macchina fotografica alla mano, cammino sotto il porticato dipinto che da Piazza XX Settembre ci immette in Piazza del Popolo, costeggiamo la statua del patrono che si erge sulla colonna alla nostra destra davanti al Comune, e la visione è quella di una piazza piena, vissuta, una città in attesa dell'arrivo delle "Creature" per Sant'Apollinare.
Lo spettacolo si apre in musica e luci, prosegue con l'ingresso tra il pubblico di acrobati, equilibristi, danzatori, tedofori di metallici candelabri di luce: dal fondo della piazza arrivano al palco e... le performance di nouveau cirque abbiano inizio!



Sul palco vi è un telo in cui un tessutista (spero di averci preso!) si muove e sale verso il cielo, in giochi di forme ed equilibrio. Scala l'aria e chiude il suo pezzo volando... con il desiderio, forse, di introdurci nel mondo della leggendaria lotta tra bianco e nero, bene e male, luce e buio.


Lotta che onestamente mi ha deluso. Sarò fuori dal coro, ma le musiche mi sembravano in totale disarmonia con tutto ciò che succedeva sul palco, e ciò che era sul palco mancava di ritmo e verve: tanti effetti luminosi per l'uso di pali e corde infuocate e di piccoli fuochi artificiali, ma non sono riuscita ad apprezzare questo scimmiottare sul palco. E il loro ritorno tra un pezzo e l'altro era monotono e prevedibile.


Ho trovato invece interessante l'uomo ai piedi della luna, e sulla luna.La luna e il tempo, la luna e la notte, la luna accanto all'orologio della piazza. 
Come se l'uomo potesse muoversi alla conquista dell'astro della notte, unirsi alla sua luce ed alle sue forme incomplete. Uno spicchio di luna crescente, uno spicchio di uomo che cresce, alla ricerca di armonia, serenità, quiete, e che forse non può far altro che volgere infine lo sguardo all'orizzonte del cielo... in attesa della luce del mattino, in attesa delle sue avventure e del suo tempo, qui rappresentata da una contorsionista.


Poi la vita dell'uomo prosegue smossa dal vento, come un corteggiamento da film classico, con l'uomo bandiera sotto un lampione e la donna nel cerchio, ma a mostrare la potenza della terra sono stati i titani dorati: due uomini con un pezzo di grande effetto, dai movimenti puliti e lenti. Sono convinta che se avessero inserito un movimento scattante, la piazza avrebbe sobbalzato tanto erano magnetici. Nonostante la loro massa si muovevano in giochi di equilibrio come incorporei, con grande precisione. Costruivano le forme dei corpi con movimenti essenziali, li definirei proprio leggeri, e mi stupisco al pensiero della corporatura massiccia dei due uomini. Simbolo di forza, con la luce di un fuoco alle loro spalle, sembravano portarci a un tempo in cui le divinità della terra ne determinavano l'equilibrio.
Ma davvero queste creature raccontavano della storia dell'uomo?
O erano solo ispirate ad una notte di mito, uno spettacolo circense, una performance che pone al centro la bellezza del corpo umano e le forme che esso può costruire?

Lo spettacolo, ideato da Ruggero Sintoni e Alessandro Serena, è stato prodotto da Accademia Perduta, Romagna Teatri e Circo e Dintorni, in collaborazione con il Comune di Ravenna.

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