Posted by : Unknown mercoledì 14 agosto 2013



Inauguro la mia rubrica "Luoghi" tornando con la mente a circa un mese fa. Era il 09 di luglio e nell'assolata Campania decido di dedicarmi alla visita dell'anfiteatro di S.Maria Capua Vetere, attuale denominazione della città romana di Capua, definita da Cicerone "La seconda Roma". Era famosa in tutto l'impero per la bellezza dei luoghi, il clima gradevole e per la presenza delle scuole di gladiatori, tenute da nobili possidenti, i lanisti. 
Da qui nasce la fama di questo luogo legato ad un personaggio, Spartaco, che attuò la rivolta degli schiavi che (concedetemi la licenza di spaziare tra le gesta greche e romane) "infiniti lutti addusse" ai romani  tra il 73 e il 71 a.C. Il sito vanta però altri primati che in questo breve mio intervento vorrei sottolineare compiendo una visita per parole ed immagini che vi faccia ripercorrere i bei momenti di un luogo magico. Si comincia dal piazzale che si affaccia sul sito. Da qui si ammira l'anfiteatro del I secolo d.C., i resti della necropoli del IV secolo a.C e le fondamenta dell'anfiteatro di età repubblicana (130-90 a.C) che vanta il primato di essere l'unico teatro stabile al mondo conosciuto di quell'epoca, in concorrenza con quello più famoso di Pompei eretto nel 70 a.C. 
Già da questa panoramica si percepisce la sacralità del luogo, dedicato fin dagli inizi a riti di commemorazione funebre che furono all'origine della tradizione gladiatoria. Lo spettacolo si ha però oltrepassando la soglia d'ingresso (per noi, io e mia sorella, umili visitatrici di una calda estate, sbarrata all'inizio da una transenna che in autogestione abbiamo dovuto spostare). 

Arena

Davanti ai vostri occhi si dischiude la grandezza di Capua. L'anfiteatro "imperiale", costruito nel I secolo d.C., è secondo per grandezza solo al Colosseo ed ha un sistema di gestione degli ingressi e una caratterizzazione architettonica da fare invidia ad osannati architetti ed ingegneri contemporanei. Il sistema di accesso degli spettatori era regolato da un ricco gioco di archi e pilastri collegati da corde e/o transenne. Ogni settore era distinto con chiavi d'arco raffiguranti divinità, tra le quali Giunone, Minerva e la personificazione del fiume Volturno  visibili in tutta la loro bellezza nel museo dei gladiatori al lato dell'anfiteatro dove, tra l'altro, vi sono resti delle transenne divisorie con temi animaleschi, ricostruzioni di armi e corazze dei gladiatori e un plastico che riproduce l'anfiteatro nella sua interezza. Doveva essere un'opera straordinaria con decorazioni in marmo alternate a cavea e arena in pietra. 
Per saggiare una piccola parte di quella che era la magnificenza del luogo, dall'arena basta voltarsi verso est: davanti a voi si profila la facciata originaria costruita su quattro livelli in cui si riconoscono teste di divinità all'incrocio degli archi e finissime colonnine doriche. 
Facciata lato est 
Queste facciate davano accesso diretto all'arena e se vi ponete al centro di essa potete ammirare i 4 ingressi principali e la maniacale divisione di posti e spazi facilmente distinguibili grazie all'alternanza di materiali e all'abile gioco architettonico. Prima di entrare nel cuore della visita vi indico un ultimo dettaglio: sul lato nord sono visibili i resti di una chiesa insediata nel IV/V secolo d.C. della quale resta l'altare e residui di affreschi, purtroppo non visitabili da vicino per la presenza di transenne che la escludono dal percorso di visita. 
Arena lato nord









Il miracolo vero e proprio accade, però, accedendo ai sotterranei suddivisi in nove corridoi lunghissimi dove si può ammirare lo spectaculum (la macchina da spettacolo) che consentiva ai gladiatori di accedere all'arena e cominciare i loro combattimenti, mentre in corrispondenza dei lati dell'arena vi erano le aperture per consentire l'accesso degli animali, protagonisti della venationes, i giochi che prevedevano il combattimento tra animali o dei gladiatori con gli animali (di solito belve catturate nella campagne di guerra in Africa).
Sotterranei
La visita ai sotterranei è un'esperienza unica a mio avviso che unisce l'interesse per la conoscenza di queste mirabolanti strutture architettoniche al sentire, seppur lontano nel tempo, dell'eco di quella gloria fugace che ebbero quegli schiavi di fronte allo spettacolo che offrivano ai romani. Vi è, poi, un sistema idrico di gestione delle acque detergenti che venivano spruzzate sulla folla quando la calura e la spossatezza di intere giornate sulle gradinate si facevano sentire. Il sistema di diffusione delle acque, tuttora funzionante, è il fiore all'occhiello dell'ingegneria romana, famosa nel mondo per gli acquedotti, i progetti fognari e il convoglio delle acque.

Sotterranei

Il sito dell'anfiteatro campano è un luogo che resta nel cuore perché è sorprendente come si avverta la romanità in una città non vicinissima alla capitale. Conserva, sebbene rimanga inserita in un contesto ormai ultramoderno, quel sapore quasi mitologico che caratterizza la storia romana.
Gli scavi di questi luoghi sono cominciati nel lontano 1726 e nei secoli hanno subito diverse sospensioni e riprese (io stessa nel lontano 2002 feci un tirocinio presso lo scavo). Attualmente è gestito da un'azienda privata che ha investito in collaborazione con il ministero nel progetto di recupero dell'area realizzando un punto ristoro e servizi di accesso al sito.
Devo però sottolineare delle mancanze che interrompono il filo magico della visita: le foto vi dimostreranno l'incuria a cui è sottoposto l'anfiteatro, senza considerare il totale abbandono delle strutture, dato che non abbiamo avvistato nessun custode all'interno del sito. Aggiungerei l'assenza di personale qualificato che possa offrire informazioni ai turisti che arrivano al luogo. La biglietteria e il punto ristoro sono un tutt'uno; il bookshop allestito nelle sale del bar (dove ho comprato una breve guida, datata e davvero scarna) non risponde ad una precisa selezione di testi che potrebbero completare la visita.
Un'opera di salvaguardia è stata comunque compiuta e diamo atto di impegno negli ultimi anni anche da parte del comune che sta realizzando una serie di iniziative volte a sponsorizzare e valorizzare il sito. A tal proposito vi segnalo l'iniziativa "Invadeteci sotto il cielo di Spartaco" i cui dettagli sono a questo link
La strada però è lunga. Si potrebbe prendere spunto proprio da Spartaco: coraggio nelle scelte, nella costanza e nell'attenzione ad un progetto condiviso di promozione del territorio, compartecipato con istituzioni e cittadini. 

Orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 09:00 fino ad un'ora prima del tramonto.

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