Posted by : Unknown giovedì 15 agosto 2013

15 agosto, Is Arutas.
Destinazione mare, Cabras, provincia di Oristano.
Mi trovo in una spiaggia affollatissima, che si estende per qualche centinaio di metri, come una baia tra due basse scogliere. La bellezza del mare d'estate incanta: una brezza leggera si alza dal mare, l'acqua è fredda, ma il suo colore verde acqua, così cristallino, ha un richiamo fortissimo. Camminando sulla riva, le onde travolgono le gambe, e i piedi affondano in quella sabbia, formata da granelli di quarzo tondeggianti, più piccoli dei chicchi di riso, perlopiù bianchi, ma anche con sfumature verdi, rosa, aranciate.
E ti ritrovi a pensare alla Cultura. Ti domandi come ti possa venire in mente pensare alla cultura quando intorno a te vedi collina, spiaggia, rocce, mare, un chiosco di legno oltre la spiaggia, e macchine, ombrelloni, persone.
Niente case a vista qui intorno. Niente costruzioni di comfort. Solo il brullo, verde, paesaggio sardo brunito dal calore del sole, e appiattito dal vento.


Arrivati alla fine della spiaggia incontriamo la scogliera, perlopiù scura e dall'aspetto ruvido e spugnoso.
Alla domanda: "Di che roccia si tratta?" nella mia mente si riaccendono le lezioni di petrografia.
E rientriamo così, in una giornata di mare, nelle C sm-Art People: Curiosare.
Sono forse in un ambiente di interesse culturale? Sono in un'area marina protetta, onorata di poterci spendere la mia giornata in costume, ospite di un paesaggio speciale.


Forse è bene proprio qui parlare di Cultura.
Per Cultura preservare i luoghi così come la Natura e il tempo ce li tramandano;
per Cultura realizzare che anche una bellezza di questo tipo è un bene del nostro territorio;
per Cultura ricordarci di non lasciare rimasugli in spiaggia;
per Cultura non portarsi via la sabbia;
per Cultura parlare di beni paesaggistici e ambientali riconosciuti nel Codice dei Beni Culturali;
per Cultura pensare a tutto questo come una risorsa, ma non come un luogo da sfruttamento selvaggio.

Cammino in direzione opposta. Torno indietro pensando che sia quasi un miracolo una non colonizzazione della zona: e dovrebbe restare così. Stiamo diventando così incapaci di camminare, di meravigliarci, di lasciare un angolo della Terra così come la Natura lo preserva fino a noi. E che qui il lato selvaggio della natura viene ancora risparmiato.


Mi immergo in quel mare, ne respiro l'essenza. Quando esco dall'acqua mi siedo per cercare il rumore di quei chicchi di quarzo che scorrono nelle mie mani

e ne osservo lo scivolare tra le mie dita.
Percepisco il cambiamento della luce, tutto sembra aranciato, sollevo lo sguardo, e mentre i toni caldi oscurano il blu del cielo, è già tramonto.


Is Arutas al calar del sole

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