Posted by : Unknown venerdì 17 maggio 2013

"Ho proposto una petizione per sostenere la nomina di Claudio Abbado a Senatore a vita.
Sottoscrivetela anche voi: insieme potremo restituire alla Cultura un ruolo primario in questo Paese!"

Così si legge in un post su facebook di Ilaria Borletti Buitoni, il nostro sottosegretario MIBAC.
Io non voglio entrare nel merito della storia e del percorso di questo illustre direttore d'orchestra italiano: Claudio Abbado ancora dirige è fra i promotori del progetto per la costruzione di un Auditorium a Bologna costruito da Renzo Piano che sarà sede dell'Orchestra Mozart di Abbado e che il 4 Maggio scorso ha diretto gratuitamente il suo concerto a Firenze, al teatro comunale, nonostante la mancanza di fondi.

Ma quello che mi risulta veramente incredibile è percepire tutto questo solo come un modo per cercare consensi sul proprio operato a partire da queste personalità. Il sottosegretario, con i problemi attuali del settore culturale, è impegnato ad aprire petizioni come questa o a scrivere un post sul sostegno all'Unicef così asettico da avvicinarsi ad una comunicato stampa. Ma dov'è l'amore per il nostro patrimonio? I dirigenti del settore veramente non hanno due parole da spendere riguardo alla bellezza in agonia che ci osserva silenziosa quando camminiamo per i nostri centri storici, le nostre strade romane, i parchi naturali?

E vogliamo credere che con un senatore a vita ottantenne in più la Cultura verrà messa in primo piano?
Ma con quali occhi e con quale coraggio mostrare questo "attivismo" ai giovani?

Davanti a questo sono disarmata.

Un post che mostra come le nostre scommesse verranno rimandate a un fiorente domani!

Caro sottosegretario,
ti definisci un'imprenditrice del terzo settore.
Mostraci allora la tua lungimiranza. Noi giovani abbiamo bisogno di credere che una possibilità per noi e per le nostre passioni ci sia, e che siate voi a darcela.
Invece qui ci sentiamo soli e ignorati. Cerchiamo lavoro in un ambito che non è quello culturale perché a mala pena un italiano su due crede nella Cultura. I più forti, faticosamente, cercano una via per rincorrere sogni e conoscenza, considerati pazzi e visionari, o illusi, ma ancora convinti del proprio valore e dell'apporto che si potrebbe dare a questo meraviglioso quanto decadente paese.
Ma come siamo arrivati fino a questo punto?
Chi mai è rimasto indifferente alla bellezza, all'arte, alle città, ai paesaggi?
Eppure il coltello affonda doloroso quando i giovani che han studiato in ambito culturale si pentono delle scelte fatte.. rimpiangere di aver scelto la bellezza e la cultura in un paese come questo è un atto di disperazione.

Mi appello al silenzio per la cucitura delle ferite.

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