Posted by : Unknown sabato 18 maggio 2013


Ecco perché sono qui, in terza fila, taccuino alla mano, all’incontro proposto dal Gruppo dello Zuccherificio per la V edizione del grido della farfalla, il festival dell’informazione libera, in questi giorni a Ravenna... in ascolto dei signori romagnoli: GdZ, vi siete presi dei complimenti. “Il grido della farfalla sembra un’esclamazione di guerra” dicono. Ed io aspetto, consapevole di aver segnato questo appuntamento in agenda senza troppo badare a chi interverrà perché il grido dell’incontro mi ha condotto qui.
#gdf2013. Leggo l’hashtag e maledico lo smartphone in carica. O forse è meglio così, libera di ascoltare. Nonostante la serata fresca, Piazza San Francesco è suggestiva come sempre e mi penso qui, nel 1300, in questa piazza in cui sento le persone, i cittadini, parlare a bassa voce…

Ospiti il giornalista Luca de Biase e il professore Gianfranco Pasquino che apre il dibattito riportandoci all’origine etimologica delle parole “politiche” che usiamo.
Democrazia: dal greco demos, popolo, e cratos, potere. 
I cittadini esprimono il proprio potere attraverso elezioni libere e periodiche, ma i cittadini hanno le risorse, intese come modo e tempo di informarsi, per votare?
Quali doveri hanno i cittadini? Diritto e dovere civico di votare, diritto di scegliere i propri politici, “e come direbbero in Inghilterra, di cacciare i governanti” dice Pasquino. “Se il potere al popolo non c’è, sicuramente non esiste la democrazia. Con, da e per il popolo, diceva Lincoln”.
In quali modalità il popolo esprime la propria partecipazione?
“La risposta ce la da ancora una volta la Costituzione” dice ancora Pasquino. 
Articolo 1. Come popolo siamo depositari della sovranità. "Andiamo all’articolo 49", prosegue il prof, "che è male interpretato, non è l’articolo dei partiti”. Si parla di libera associazione. Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti, per concorrere col metodo democratico a determinare la politica nazionale. Il valore delle parole: concorrere implica partecipazione e competizione.
Quindi il primo luogo sono i partiti. “Per quanto oggi non ci convincano, senza non esiste democrazia”.

Luca de Biase viene interrogato sulla democrazia debole e risponde con una ricerca dell’ONU in materia di analfabetismo funzionale. A un campione di cittadini dei diversi paesi del mondo viene chiesto di leggere un testo e vengono poi sottoposti a delle domande per valutarne l'alfabetizzazione. Si tratta di capire la capacità di leggere e comprendere un testo. L’Italia riporta un poco vantabile 47%  di analfabeti funzionali (il Messico 48%, la Germania 15%).
Potersi informare significa anche avere le capacità di scegliere cosa leggere, o si rientra nella democrazia debole. "I mezzi di comunicazione soffrono di distorsione", aggiunge il giornalista. Il Censis riporta come nel 2009 il 55% della popolazione, prima delle elezioni, si sia informata esclusivamente attraverso i telegiornali. Nel 2007/2008 non ci fu una crescita del numero di crimini in Italia, ma la concentrazione dei servizi televisivi sul tema, ha portato la criminalità a diventare la prima preoccupazione degli italiani.

Pasquino parla di deficit democratico inteso come “mancanza di qualcosa” alla democrazia ed alle istituzioni: può accadere se queste non rappresentano il paese, se vi è un governo di minoranza, se i cittadini sono poco partecipi. Rincara la dose: “in Italia la qualità della democrazia è mediamente insoddisfacente”. Chi deve spiegare come funziona? Le informazioni non girano e non arrivano da chi dovrebbe sapere di più, i partiti non sono i maggiori depositari di queste conoscenze.
Ma è anche importante chiedersi: dove guardiamo la televisione, quando e con chi? Quanto ne è influenzata la nostra percezione delle notizie e la nostra rielaborazione?
“Si può essere ricchi e ignoranti per una sola generazione. Alla seconda si può essere ignoranti, ma non ricchi”.
Bobbio scriveva che la democrazia è “segno delle promesse non mantenute” nel suo libro Il futuro della democrazia edito per la prima volta nel 1984. Commenta Pasquino per Bobbio, suo maestro: “ho chiesto troppo alla democrazia. Dovrei essere meno esigente. La democrazia non può mantenere tutte le promesse, ma deve farle perché i cittadini mirino a raggiungerle".

A entrambi gli ospiti sono state chieste le cause dello scetticismo dei cittadini verso la politica e le istituzioni e del conseguente allontanamento.
Pasquino invita a non nasconderci dietro false scuse: si tratta di cattiva politica, “per quanto l’astensionismo non aiuti e l’allontanarsene sia controproducente” aggiunge.
Luca de Biase torna sul concetto del referendum invitando a riflettere sul come venga usato a strumento del NO violando il segreto (chi va a votare, voterà sì, no?) e ai cittadini viene insegnato a mettere da parte il diritto/dovere del voto.
La politica si deve conquistare la partecipazione dei cittadini.
Qual è la responsabilità dei partiti nell’allontanamento dei cittadini? “I partiti sono deboli, e si indeboliscono quando diventano autoreferenziali e non danno senso di continuità, anche cambiando spesso nome, pensiero, e non essendo presenti sul territorio. I partiti devono saper spiegare la politica a tutti. Il più antico partito d’Europa  è stato fondato nel 1864: è il partito democratico tedesco, e si chiama ancora così”. Pulsione, competenza e continuità sono gli elementi vincenti di un partito: parola di Pasquini.
I nostri strumenti democratici sono superati?
Il Web può forse aiutare, ma la politica è passione e confronto tra le persone.

A fine serata, mi sento più cittadina e più ricca, con qualche domanda nella testa: ma se i partiti non sono depositari di competenza e conoscenza della politica e della costituzione, chi può/deve insegnarla al popolo? Come invertire questa rotta dell’ignoranza politica funzionale? Potranno un giorno i nostri politici entrare ed uscire di scena per poi tornare alla propria professionalità? Come arrivare a questo? Bisogna forse ripartire dalla scuola per la rinascita del senso civico e della partecipazione democratica con un qualcosa di più programmatico, più snello ed accattivante di qualche ora rubata ad altri insegnamenti ?

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