Posted by : Unknown lunedì 22 giugno 2015














Poco più di un mese fa smartiani e amanti della storia dell'arte sono stati chiamati alle armi digitali perché inviassero un video in difesa dell'insegnamento della storia dell'arte nelle scuole.


Cos'era successo?
La storia dell'arte subisce tagli nelle ore di insegnamento in diversi istituti, oltre il taglio qualche anno fa.  
Il DDL Buona Scuola votato alla Camera il 20 maggio 2015 non reintegra le ore di storia dell'arte nella scuola italiana. 
Il Ministro Franceschini diffonde un comunicato MiBACT che ha l'aria di essere positivo.
“Con  il decreto Buona Scuola – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - ritorna l’insegnamento della storia dell’arte, si introduce la didattica nei musei e vengono riconosciuti i titoli di studio rilasciati dagli istituti che operano nei settori dei beni e delle attività culturali. Più spazio inoltre alla musica, allo spettacolo e al cinema nei programmi scolastici. Un passo deciso verso la piena integrazione fra scuola e cultura per rendere i nostri giovani dei cittadini pienamente consapevoli del proprio patrimonio artistico. Sono certo – conclude Franceschini - che il Senato confermerà queste norme che finalmente riconoscono la centralità del nostro patrimonio materiale e immateriale, storico e artistico, nei percorsi formativi"
L'ANISA denuncia il mancato potenziamento dell'insegnamento. Personalmente mi pare scorretto annunciare il ritorno dell'insegnamento della storia dell'arte come una conquista se questa non è avvenuta: la storia dell'arte non è ancora mai stata interamente tagliata dalla scuola (e meno male!).
Siamo un Paese dal patrimonio culturale diffuso, talmente diffuso, da perderne di vista l'importanza. In una intervista Gombrich diceva che i guardiani dell'eredità culturale devono essere i cittadini. 
Cittadini italiani, quanti di voi credono davvero che possiamo vivere di Cultura?
Io credo il punto sia questo: non sono abbastanza gli italiani a credere fermamente in questo possibilità.

ANISA difende la formazione dei nostri futuri guardiani del patrimonio culturale e invia una lettera a Mattarella, Presidente della Repubblica.

Come chiaramente esplicita l’art. 9 della nostra Carta Costituzionale, il patrimonio artistico è un bene che la Nazione si impegna a tutelare e a trasmettere alle future generazioni. Vorremmo sottolineare che non vi è tutela possibile, non vi è valorizzazione consapevole e sostenibile, laddove non sussistano le condizioni di sufficiente comprensione e conoscenza della storia e della cultura di una Nazione.
Ed è la Scuola, Signor Presidente, che deve assumere con forza il compito di costruire tale comprensione e tale conoscenza, facendo sì che esse diventino bagaglio della coscienza di ciascun cittadino.
I lettori del Corriere della Sera dichiarano di essere d'accordo con la Presidente dell'ANISA, la professoressa Baldriga: l'Italia è talmente ricca di monumenti che tutti dovremmo essere più "istruiti" in materia di storia dell'arte. Diventa impensabile non educare le nuove generazioni alla nostra storia, alla nostra cultura.

Pensate se tra qualche anno, mentre passeggiate per le vie di Roma, vedeste passare dei ragazzetti che fan supposizioni su chi sia quel cavaliere a cavallo in piazza del Campidoglio, o se non fossero in grado di riconoscere un'opera di Botticelli da una del Caravaggio: la storia dell'arte deve forse rientrare in una sfera elitaria?

La storia dell'arte insegnata a scuola, a tutti, col suo valore anche civile e sociale, non potrebbe forse aiutarci a ricostruire i valori di cittadinanza che sempre più spesso si ritiene perduta?

Che faremo in difesa della nostra identità culturale?

Senza di essa, ciò che io studio come conservation scientist non perde forse il suo senso?

Come finirà questa battaglia?
Vi terremo informati!



(foto: da iniziativa ANISA su Facebook e sul sito)


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